“Todi Festival” aperto con Veltroni chiude con il sold-out per Loredana Berté

Con il concerto sold-out di Loredana Berté nella piazza del Popolo di Todi – ospite a sorpresa Clementino, suo ‘collega’ nel programma della Rai ‘The Voice Senior’ – si è conclusa la nove giorni di teatro, musica, danza, letteratura, arte del ‘Todi Festival’. La popstar ha portato nella cittadina umbra il suo tour ‘Figlia di…’ proponendo una carrellata praticamente esaustiva del suo repertorio, dai vecchi cavalli di battaglia come ‘Mare d’inverno’, ‘Dedicato’, ‘Non sono una signora’, ‘Sei bellissima’, ‘E la luna bussò’, ‘In alto mare’, fino ai successi della carriera più recente come ‘Non ti dico no’, ‘Tu cosa vuoi da me’, ‘Luna Park’, aprendo e chiudendo con ‘Figlia di… Loredana’. Un festival, all’insegna dell’eclettismo, se alla chiusura con Loredana Berté ha fatto da contrappunto l’apertura con i testi di Walter Veltroni sui casi Rampi e Peci, tra cronaca nera e terrorismo politico.

“Il nostro ‘fil rouge’ è proprio quello di non avere un filo rosso – spiega all’AdnKronos, ricorrendo a un apparente paradosso linguistico, il direttore del ‘Todi Festival’, Eugenio Guarducci – Non ci piace, ad esempio, essere ingabbiati dalla retorica che purtroppo vedo essere spesso presente nelle celebrazioni e negli anniversari, di cui francamente si osserva una sovrabbondanza. Noi vogliamo evitare questo tipo di impostazione e nelle scelte artistiche vogliamo comporre una sorta di ‘Todi Salad’, una fresca insalatina di fine stagione con ingredienti che apparentemente possono sembrare distanti come gusto l’uno dagli altri ma che, se amalgamati bene, alla fine danno un sapore particolare, non banale e assai curioso. Da qui, anche la nostra curiosità di trovare spazi e momenti per pubblici diversi, misurandoci e attirando l’attenzione sia del tradizionale pubblico teatrale, sia di quello più giovanile attratto da particolari performance”.

Altro ‘filo rosso’ da leggere in filigrana è il forte legame con la realtà, pur frammisti a performance da teatro dell’assurdo e thriller psicologici: basti pensare ai temi presenti in questa edizione del terrorismo, dell’immigrazione, della violenza sulle donne: un scelta casuale o voluta? “E’ evidente che ci sia un momento storico in Italia in cui il teatro avverte il bisogno di proporre un percorso di attualità – conferma Guarducci – e il ‘Todi Festival’ dà spazio alle tematiche attuali, perché ritiene che questa tipologia di proposte artistiche sia adatta ad essere consumata da parte di un pubblico che ha voglia sia di rimandi al passato che di richiami al presente, attraverso atti di contemporaneità”.

Teatro, danza, musica, letteratura, arte, realtà virtuale, con il manifesto della mostra e le installazioni di Arnaldo Pomodoro a incorniciare i quadri… “E’ stata davvero una bella sorpresa poter vantare la presenza artistica di un personaggio così autorevole che non ha bisogno di presentazioni e che ha amorevolmente deciso di fare un gesto così bello a favore del ‘Todi Festival’, oltre alla mostra e alle installazioni in Piazza del Popolo delle sue quattro stele: gesti che ci hanno riempito di soddisfazione e di orgoglio, contribuendo a rafforzare l’immagine e la popolarità e la riconoscibilità di questo evento artistico e culturale”, sottolinea il direttore artistico.

“Todi non è soltanto un bel centro storico, come ce ne sono tanti in Umbria, ma in questi anni ha saputo attenzionare temi importanti legati all’arte contemporanea e progetti che danno lustro e merito a questo piccolo lembo di terra, che è stato vocazioni sia locali che importate da chi ha scelto questo borgo per continuare e rafforzare la sua opera artistica e culturale e farsi anche contagiare da un ambiente culturale e paesaggistico ideale – osserva Guarducci – Non solo come cuore verde d’Italia ma anche come cuore pulsante: la competizione territoriale e sempre più agguerrita e spesso la decisione di un viaggiatore nello scegliere l’una o l’altra destinazione turistica non è determinata soltanto dalle presenze statiche sul luogo come chiese o palazzi, fontane o castelli, ma anche da motivazioni aggiuntive, siano esse culturali o anche enogastronomiche, che in un mix ideale rendono un luogo ospitale“.

Una sfida in più, quest’anno, era rappresentata dalla reazione al Covid. “Rispetto allo scorso anno, quando abbiamo dovuto rinunciare a metà della nostra stagione, portando la programmazione del festival da nove a quattro giornate, l’atteggiamento del pubblico è sicuramente mutato – rileva Guarducci – Lo scorso anno, senza vaccini e senza green pass, prevaleva un clima di sospettosa diffidenza se non di paura. Ora, si è sicuramente acquisita una maggiore consapevolezza di sicurezza: non dico che siamo tornati alla normalità ma sicuramente ci siamo molto avvicinati”.

Quanto al bilancio sulle presenze, “i numeri sono stati in ogni caso condizionati dalla necessità di ridurre il numero dei posti della metà, a causa delle misure di sicurezza anti Covid adottate: se avessimo avuto più spazi e più posti, avremmo sicuramente registrato risultati ancora più importanti”.

E da domani, si comincia a già a pensare alla prossima edizione di ‘Todi Festival’… “Non è mai troppo presto, il nostro lavoro per l’edizione successiva spesso inizia quando ancora non è terminata l’edizione in corso. In tal senso, è stato molto importante garantire un accordo triennale con il Comune di Todi, che ci ha permesso anche di poter accedere ai finanziamenti del Fus, il fondo unico per lo spettacolo, uscendo dal precariato annuale e garantendo così una sicurezza strutturale al Todi Festival“.

Enzo Bonaiuto, Adnkronos

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