X Factor sta tornando su Sky (con almeno 5 incognite)

Dai membri della giuria alla visibilità dei concorrenti: il talent show più discusso della TV è giunto all’11esima edizione ma non garantisce sulla sua tenuta

Mai come in questa edizione X-Factor presenta così tante incognite. Arrivati all’undicesima annata, la settima targata Sky, il talent show più commentato della televisione italiana rischia di sentire il passare del tempo, l’incapacità di trovare nuove idee originali, la stanchezza di dimostrare di essere sempre il migliore, l’appagamento di personaggi come Alessandro Cattelan e Fedez che hanno contribuito enormemente alla riuscita del programma nelle passate stagioni. Tante incognite che rendono la sua partenza, fissata per il 14 settembre su Sky Uno, molto interessante sotto tanti punti di vista.

1. La scommessa Levante

Fare il giudice donna in X-Factor non è stato mai facile. Lo sanno bene Victoria Cabello e Arisa. Quest’anno la produzione ha scelto Levante, cantautrice originaria di Caltagirone in provincia di Catania, per dare una scossa alle quote rosa del programma. Il profilo della trentenne siciliana sembra quello giusto: ironica con la battuta arguta sempre pronta, sensibile quanto basta per mostrare empatia verso i concorrenti, musicalmente attrezzata per sfruttare le diverse insidie dello show. In più ci sono l’effetto sorpresa e un viso che denota personalità. Stare davanti a una telecamera però può esser logorante, soprattutto quando devi dividere la scena e tutti i tuoi difetti, al pari dei pregi, sono messi sotto esame.

 

2. I finalisti fuori dai radar

In ogni edizione sembra che il cast scelto dai quattro giudici sia veramente eccezionale, in grado di scompaginare le carte della discografia italiana, talvolta anche di quella internazionale. Tuttavia, calato il sipario, molti dei concorrenti prescelti fanno fatica a trovare una strada. Nelle ultime stagioni chi ha fatto più parlare di sé è stato Lorenzo Fragola. Un altro vincitore del programma, Michele Bravi, si è dovuto reinventare sui social per riacquistare credibilità e visibilità. Affermarsi è difficile, lo sappiamo. Tuttavia, dopo la chiusura di ogni edizione, quasi tutti i talenti messi in mostra scompaiono dai radar. Che fine hanno fatto voci incantevoli come quelle di Eva e Emma Morton? Troppe volte X-Factor ha illuso i suoi protagonisti elogiandoli più del dovuto. Dei gruppi sono in pochi a ricordarsi. Auguriamo miglior fortuna ai Soul System, trionfatori della passata stagione. Venerdì 8 settembre è in uscita il loro primo album, “Back to the future”.

3. La comfort zone di Alessandro Cattelan

Stiamo parlando del miglior conduttore della sua generazione, un conduttore che ha dimostrato di avere padronanza dei mezzi, determinazione, classe e sfrontatezza per affrontare le più diverse sfide professionali. I suoi programmi – E poi c’è Cattelan su Sky Uno, Catteland su Radio Deejay – sono conferme della maturità raggiunta. Continuare a presentare X-Factor, stando sempre un passo indietro rispetto ai giudici, limitandosi a fare il compitino, può imprigionarlo nel proprio ruolo in una comfort zone difficile da abbandonare.

 

4. La giuria tutta italiana

Nelle ultime edizioni una delle quattro poltrone da giudice è stata riservata a una star internazionale. Mika è stato il più presente, poi per un anno a testa ci sono stati Skin e Alvaro Soler. Hanno garantito novità, freschezza, imprevisti linguistici sempre ben sfruttati dalla produzione sui social network, notorietà al programma e tanta curiosità. Quest’anno spazio a una giuria tutta italiana con due conferme, un cavallo di ritorno (l’inossidabile Mara Maionchi) e una sorpresa, Levante, alla sua prima grande esperienza televisiva. Cosa potranno aggiungere Fedez e Manuel Agnelli a quanto già visto nelle precedenti annate? Difficile dirlo, soprattutto nel caso del rapper, prossimo a iniziare la sua quarta edizione da giudice.

5. Verso una fine del ciclo

In TV come nella vita esistono dei cicli che prima o poi trovano compimento. Negli anni X-Factor è stata una macchina perfetta in grado di macinare ascolti e consensi, sfruttando nel migliore dei modi possibili le polemiche che si porta inevitabilmente dietro edizione dopo edizione. Ha lanciato carriere – più quelle dei giudici che dei concorrenti in gara, a dire il vero – e ha reso popolari volti che altrimenti non avrebbero trovato mai una simile visibilità. Il rischio di trasformare il programma nella copia di se stesso, con tutti i manierismi del caso, è alto, soprattutto quando la messa in onda dura ininterrottamente da così tanto tempo.

Alessandro Buttitta, Huffington Post

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