Patrizia Rossetti e la televendita delle docce: la banalità è servita

(Tiziano Rapanà) Gira sulle tv locali, soprattutto del nord, una televendita delle docce presentata da Patrizia Rossetti per Italia Docce&Bagni. Non è male, ma nemmeno il massimo. Sostanzialmente è lo standard della pubblicità idealtipica delle docce. Vi spiego a cosa mi riferisco, quando scrivo di standard. Solitamente questo tipo di televendite si muovono su uno schema preciso: il presentatore glorifica la bellezza e utilità del prodotto, quasi sempre con brevetto che certifica l’unicità sul mercato;  poi il presentatore spiega che l’acquisto eventualmente avverrà dopo un sopralluogo gratuito del tecnico incaricato; il televenditore punta e insiste sul prezzo – a suo dire – imperdibile che può essere pagato comodamente;  eppoi si conclude – o si usa come intermezzo al racconto promozionale – con testimonianze di clienti soddisfatti dell’acquisto. Questa televendita segue, in ordine sparso, i punti elencati. E lo fa in maniera corretta, ma per nulla trascinante: è troppo simile alle televendite delle docce reclamizzate da Mastrota (la mitica doccia Remail), Davide Mengacci e così via. Patrizia Rossetti non dà alla promozione una ventata di novità: è una corretta officiante della liturgia pubblicitaria e nulla più. Non capisco perché queste televendite non tentino uno slancio di creatività, che può far bene al programma e soprattutto alle vendite. Consiglio ai produttori una maggiore inventiva e uno sforzo ultieriore per costruire un claim migliore: perché “Massimo comfort, massima qualità, massimo risparmio” non è proprio il massimo della creatività.

tizianodecoder2@gmail.com

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