SIDDI, REGOLE PER NETFLIX&CO

Giacomelli: presto la roadmap per le frequenze 700 Mhz

di Gianfranco Ferroni 

 

Franco-SiddiGli over the top «sfuggono alle normative previste per tali categorie»: parole del presidente di Confindustria radio Televisioni (Crtv), Franco Siddi, visto che gli Ott come Netflix, Google e Apple, non si configurano né come broadcaster né come editori. Per Siddi il contesto globale «ad opera della convergenza di operatori e servizi sul digitale e sulla rete è andato ben oltre i confini di settore tradizionali.

L’esigenza di base è creare condizioni eque di mercato con tali nuovi soggetti che agendo al di sopra della rete, over the top, non si configurano né come broadcaster né come editori e per tanto sfuggono a tutte le normative previste per tali categorie». E «la mancanza di norme applicabili a tali operatori che inoltre beneficiano dell’extraterritorialità e sono già ampiamente dominanti e pervasivi nel nuovo mercato, sta diventando una legacy strutturale per lo sviluppo del mercato audiovisivo europeo».

Altro tema dell’assemblea generale di Confindustria Radio Televisioni tenuta ieri a Roma nella Pontificia Università Gregoriana: la migrazione delle frequenze dalla banda 700 MHz, per la quale «presto faremo una roadmap», secondo le parole del sottosegretario con delega alle comunicazioni, Antonello Giacomelli. Si tratta delle frequenze che, al massimo nel 2020, dovranno essere cedute dai canali televisivi digitali agli operatori di Tlc: Giacomelli ha promesso un incontro con Crtv, intanto «abbiamo scritto agli amici francesi» per vedere come definire la questione relativa alle frequenze transfrontaliere.

Nella relazione introduttiva Siddi aveva sottolineato l’esigenza di «definire in tempi ravvicinati una roadmap della transizione, alla luce delle scadenze fissate dalla Ue», che prevedono entro il giugno 2018 l’adozione e la pubblicazione del piano di transizione.

Siddi aveva anche chiesto, a nome dell’associazione di categoria delle imprese televisive e radiofoniche italiane, la predisposizione di un nuovo piano delle frequenze: in particolare di permettere anche alla piattaforma digitale di «evolvere e innovare mantenendo varietà e qualità dell’offerta». Con «larghezza di banda sufficiente per il periodo di simulcast e per investire su nuovi contenuti e servizi, fra cui l’alta e l’ultra alta definizione». Ricordando che Crtv «si è battuta perché l’Italia possa rendere disponibili tali frequenze nel 2002. Era stato anche rilevato che l’Italia presenta una situazione molto articolata in tema di interferenze perché confinante con diverse nazioni Ue ed extra Ue, inclusi quelle mediterranei dell’Africa settentrionale. In più, l’Italia è il mercato Ue a maggiore penetrazione del digitale terrestre».

Nel corso della mattinata non sono mancate le punture del numero uno di Mediaset Fedele Confalonieri, che ha parlato di «chi ha fatto la sua piccola Brexit» uscendo da Crtv (e si riferiva a Sky), ottenendo la solidarietà del direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto, che aveva accanto l’amministratore delegato di La7 Marco Ghigliani, tirando bonariamente le orecchie al presidente dell’Agcm Giovanni Pitruzzella quando ha rimarcato che «non voglio togliergli il lavoro ma noi abbiamo fatto diritto», sul campo, negli anni. Da sottolineare l’intervento di Alessandro Araimo, senior vicepresident e chief operating officer di Discovery Networks Southern Europe, che ha parlato di «social media company», rilevando che il tema da portare all’ordine del giorno è «la protezione intellettuale», mentre il garante della privacy Antonello Soro ha puntato il dito su «l’economia digitale, al di fuori di qualsiasi territorialità», che richiede una «convergenza globale sulla protezione dei dati».

ItaliaOggi

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