La nuova vita di Marco Columbro: “Mi occupo di una locanda in Toscana”

«Io in difficoltà? Io con problemi di soldi? Aprire la bocca è facile, connettere bocca e cervello è più difficile». Marco Columbro, 68 anni, neanche se la prende e liquida così la notizia uscita ieri su molti siti e basata su un’equazione, questa: siccome Silvio Berlusconi gli ha comprato la villa di Basiglio, a Milano 3, lui se la passa male. È stato scritto che l’ex premier ha rilevato l’abitazione di tre piani l’anno scorso, attraverso l’ immobiliare Dueville, perché non ha abbandonato l’ex conduttore sparito dalla tv dopo l’ictus del 2003.

Columbro, se non ha problemi, perché Berlusconi le ha comprato casa?

«Non ne voglio parlare. Posso dire solo che vivo ancora nella villa dirimpetto ad Alba Parietti, di cui scrivono, e che Berlusconi è la persona più generosa che conosca».

Lei ha lavorato per le sue tv per oltre vent’ anni.

«Abbiamo creato successi come Tra moglie e marito, Paperissima, Scherzi a parte, la fiction Caro Maestro … Ero un giorno sì e uno no a casa sua coi girati: li faceva vedere a figli, moglie, camerieri e, se si divertivano, era la prova che sarebbero piaciuti al pubblico».

Dov’è stato negli anni in cui è sparito?

«Faccio sostanzialmente due cose. Mi occupo di una locanda in Toscana, in Val d’Orcia, con 18 ettari di bosco e ospiti tutti affascinati dal silenzio. La gestiscono amici albergatori, ma m’impegna tanto. L’anno scorso non si è presentato il cuoco e per un mese e mezzo ho cucinato io. Avrei preferito mille prime in teatro: non dormivo la notte per l’ansia da prestazione».

La seconda attività?

«Ho appena finito il libro sulla mia quarantennale ricerca spirituale. Tema: risvegliarci dal sonnambulismo che ci hanno indotto migliaia di anni fa».

Chi ce l’ha indotto?

«Le religioni e un tipo di scientismo che ti porta a pensare solo con la testa, non col cuore. Bisogna riscoprire che siamo esseri divini, eterni, multidimensionali. La morte non esiste, se non per il corpo fisico. Se lo capisci, la religione non è più importante, non è più il mio dio o il tuo, siamo tutti uguali e nasce la democrazia spirituale».

Il suo incontro con la spiritualità?

«Una fidanzata, nel ’79, mi portò a sentire Mercedes Salimei, una maestra dell’Antroposofia di Rudolf Steiner, con la quale studiai cinque o sei anni. Poi ho continuato con percorsi personali, ma finché è stata su questa Terra Mercedes mi ha voluto un bene fortissimo, dimostrato con i suoi insegnamenti e le sue protezioni».

Che genere di protezioni?

«Sentiva a distanza se stavo male. O chiamava e diceva: oggi, non guidare».

Dell’ictus non l’aveva avvisata?

«Tempo prima, mi aveva detto che era stanca e sarebbe tornata a casa, che nel nostro gergo significa “lasciare il corpo”».

Lasciare il corpo per andare dove?

«Lasciato il corpo, l’anima va nel mondo astrale, ci resta un terzo della vita terrena, poi si fa spirito e si reincarna».

Lei si è reincarnato?

«In ipnosi regressiva, ho visto due vite precedenti: sono stato un cavaliere templare diventato monaco benedettino e, in un’ altra vita, un medico».

Scoprirlo le è servito a qualcosa?

«A capire da dove arriva la mia passione per la medicina, perché da bambino volevo farmi prete, e a spiegarmi il temperamento iracondo, che forse risale al templare e che si è placato solo attraverso ricerca e pratica spirituale».

Dopo un ictus, due interventi per aneurisma e venti giorni di coma, nonostante 13 Telegatti vinti, non ha più avuto programmi. Perché?

«Non ne ho idea. Per cinque o sei anni, ho bussato a tutte le porte, invano. Poi me ne sono fatto una ragione: la vita è fatta di cambiamenti. Ho fatto teatro fino a quattro anni fa, poi televendite di condizionatori, ma si vede che il mio destino erano studio e conoscenza».

In tv, a volte, è andato a parlare di Ufo.

«Ci sono prove evidenti che non siamo gli unici nelle galassie e che gli extraterrestri ci inviano messaggi contro le bombe nucleari».

Non è che in tv le fanno ostracismo perché sostiene argomenti controversi?

«Non m’interessa chi non studia e poi mi dà del pazzo. Il mio motto è: chi crede non conosce, chi conosce non ha bisogno di credere».

Lei è felice?

«Sono sereno. Da nove anni ho una compagna, Marta, bella e profonda. So che la felicità è passeggera, mentre la serenità te la devi conquistare, imparando a governare le emozioni, però è durevole».

Candida Morvillo, Corriere della Sera

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