Secondo gli analisti, i telespettatori guarderanno la tv su internet

Da un lato sempre più italiani che guarderanno la tv su internet; dall’altro i gruppi editoriali che, nonostante i margini migliorati fra il 2013 e il 2017, dovranno ancora agire sui costi senza però trascurare la qualità dei contenuti. È lo scenario che emerge dalla ricerca sul settore radio-tv di R&S (area studi Mediobanca) su un segmento dell’economia italiana che nel 2017 valeva 8,8 miliardi di euro, pari allo 0,5% del pil .

Il settore tutto sommato tiene: il lieve calo del fatturato, -1,1%, è legato soprattutto alla diminuzione del canone Rai da 100 a 90 euro (il più basso tra i Paesi maggiori dell’Europa), con la pubblicità tv in calo dell’1,4% e quella radio in crescita dello 0,8%. Ma è un settore che sente sul collo il fiato dei nuovi operatori.

Già l’anno prossimo — sottolinea R&S Mediobanca — la «broadband tv» (cioè quella diffusa sul web) passerà dal 16% al 34% di utilizzo complessivo a scapito del digitale terrestre. Secondo la ricerca ItMedia Consulting, citata da Mediobanca, per la sola pay tv entro il 2020 internet sarà la piattaforma prevalente, passando dal 38% al 61% del consumo delle famiglie.

Gli operatori tradizionali stanno comunque presidiando il settore (vedi Raiplay, o MediasetPlay e Infinity sempre del gruppo Fininvest) dall’assalto dei vari Netflix, Prime Video, TimVision, Nowtv (Sky), Eurosport Player, che a loro volta hanno più che raddoppiato gli abbonati a quota 5,2 milioni in un anno (la stima è di EY). Anche le piattaforme gratuite come Youtube, Raiplay, Mediaset Play hanno visto salire del 18,8% gli utenti a 21 milioni (a giugno 2018).

In questo scenario è significativo l’incremento degli ascolti di La7 (con anche La7d), unico tra i grandi editori Mediaset, Rai, Sky e Discovery ad aumentare lo share nel 2018 nel giorno medio, al 4,2% dal 3,4% del 2017. Secondo gli analisti, la ragione sta nei contenuti di qualità e nell’informazione; non è un caso che gli unici tra i primi 10 canali ad incrementare gli ascolti siano La7 (da 2,9% a 3,7%) e Rai3 (da 6,3% a 6,7%).

A fine 2017 comunque quasi metà del mercato in chiaro è in mano alla Rai (48,4% del fatturato). Mediaset è invece l’unico gruppo a respiro internazionale considerando anche la Spagna; prendendo solo i ricavi nazionali, il primo operatore è Sky Italia. Dal punto di vista industriale la redditività del settore è in ripresa nel quinquennio 2013-2017. R&S evidenzia la performance di La7, che porta in positivo il margine operativo lordo e registra il miglioramento più consistente nel margine operativo netto (+42,9 punti sul 2013), sebbene chiuda ancora in perdita. Ma è tutto il settore — nonostante gli utili di Sky (118 milioni) e Discovery (31) — a chiudere il bilancio in rosso: le perdite cumulate nei 5 anni ammontano a 321 milioni.

Fabrizio Massaro, Corriere.it

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