Parla Brigitte Bardot: “Altro che ‘metoo’! A me piaceva essere guardata. E se mi toccavano il sedere… era divertente”

A 86 anni, B.B. spara a zero su un mondo che non le piace. Brutale e sincera. Forse anche troppo. Nell’intervista esclusiva del settimanale Oggi, ne ha davvero per tutti

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Brigitte Bardot, la diva più irriverente e controcorrente del cinema, si racconta in un’intervista esclusiva al settimanale Oggi. E solleva un polverone per ogni argomento trattato o anche solo sfiorato. Così sul Covid che “ristabilisce i diritti della natura”, le dichiarazioni contro gli immigrati, e anche sulla campagna metoo… A 86 anni, B.B. spara a zero su un mondo che non le piace, brutale e sincera. Parla anche di amori, amicizie, di una sorella che non vede da 20 anni. E dello zingaro che sognava di sposare.

ISOLATA CON I SUOI ANIMALI – «Come m’immagino l’aldilà? Non immagino un fico secco. Mica passo la mia vita a chiedermi quando morirò». A 86 anni, Brigitte Bardot è sempre lei, ironica, tagliente. In occasione della riedizione della sua autobiografia Initiales B.B. (Iniziali B.B.), pubblicata nel 1973, il settimanale francese Paris Match ha intervistato l’attrice nella sua villa alle porte di Saint Tropez. Auto-isolata da anni nella sua residenza piena di animali, Bardot riesce ancora a fare scalpore, a commuovere, a irritare, perfino. Ma è B.B., con lei è sempre stato così, prendere o lasciare. Sentite qua.

Roger Vadim, il suo primo marito, disse che lei cela un «dono per l’infelicità che spesso l’ha portata sull’orlo della tragedia». «In realtà è il non aver saputo sopportare l’infelicità che mi ha portato a volte alla tragedia. A me sembra invece di avere un dono per la felicità. Però quelli felici sono solo piccoli momenti fugaci e rari, che devi sapere cogliere».

Il suo primo tentativo di suicidio a 16 anni: infilò la testa nel forno perché i suoi genitori le impedivano di vedere Vadim. Quando è cominciato il suo malessere? «Quando ero molto giovane. Mi dicevo che non valeva la pena vivere per soffrire. Oggi, col senno di poi, so che era una vigliaccata».

Cosa le dà voglia di vivere? «Le mie battaglie per gli animali, nient’altro. La mia fondazione è un impegno enorme, ma riesce a fare cose fantastiche in tutto il mondo».

E suo marito, Bernard d’Ormale? «L’amore di Bernard è piacevole, certo, ma ne ho avuti altri… L’amore di un uomo non è mai stata la spinta per continuare a vivere».

È vero che telefona tutti giorni a sua sorella Mijanou, che vive in America e non vede da vent’anni? «Porto mia sorella nel cuore, ma non ho bisogno di vederla né di chiamarla tutti i giorni per amarla. Vive a Los Angeles, entrambe abbiamo le nostre vite. Ci teniamo in contatto».

Non le manca, sua sorella? «Non mi manca niente».

Sente ancora Alain Delon? «Alain ha da poco compiuto 85 anni. Di solito per il suo compleanno gli mando una bella lettera, ma da due anni non mi risponde più. Ho l’impressione che non senta più nessuno e non voglio infastidirlo. È come me, un animale selvatico e solitario».

Con il lockdown e senza turisti ha ritrovato la sua Saint-Tropez, quella degli Anni 50? «Scherza? Quando sono arrivata, Saint-Tropez era un villaggetto dimenticato da Dio. Oggi è diventato un orrore, un posto da miliardari, senz’anima. Non ci vado quasi mai: tutti quelli che amavo sono morti e le botteghe che mi piacevano sono scomparse, sostituite da insegne di lusso, come ovunque».

Lei vive reclusa da anni. Pensa di avere una visione realistica del mondo? «Non sono mica un’eremita! Leggo i giornali, guardo la tv, rimango vigile e osservo questo mondo che diventa un circo. Il modo in cui trattiamo il nostro pianeta è abominevole: riscaldamento globale, inondazioni, una demografia esplosiva… E non è finita, temo che il Covid e le altre epidemie che si stanno annunciando ristabiliranno dolorosamente un nuovo ordine. Quando quei 5 miliardi di persone di troppo su questa Terra saranno scomparsi, la natura riprenderà i suoi diritti».

Vuol dire che, in un certo senso, questo virus è una buona cosa? «Sì, è una specie di autoregolamentazione di una sovrappopolazione che noi non siamo in grado di controllare. Solo le forze della natura possono costringere l’uomo a ragionare».

Come si protegge dal Covid? «Non ne ho bisogno, non vedo nessuno. Non saranno le capre a contagiarmi».

Quando era giovane, per strada le davano della puttana. Ha avuto due aborti clandestini e vissuto l’epoca in cui le donne non potevano avere un libretto degli assegni senza il permesso del marito. È per questo che non ha mai preso davvero sul serio il movimento #metoo? «Di questo passo, dire che una donna è bella diventerà un crimine. A me essere osservata piaceva. E se mi toccavano il sedere, cosa che accadeva raramente, lo trovavo divertente».

Hanno detto di lei che era una specie di Don Giovanni al femminile. È vero? «No, ero carina, ho avuto delle avventure, piacevo agli uomini. Tutto qui».

La sceglievano, insomma? «Oh no! Mai stata una bambola gonfiabile. Ero io a scegliere. Ma, alle avventure, ho sempre preferito le storie d’amore. Molti erano attratti dalla Bardot, ma alcuni si affezionavano a Brigitte. Altrimenti non sarebbero rimasti. Poi, è capitato anche che si stufassero di me, facendomi soffrire».

Dice che le piace la solitudine, ma non ha mai vissuto da sola. «Ho bisogno di vivere per qualcuno, di scambiare idee, parole, abbracci. E poi odio dormire da sola».

Si è pentita di non aver mai sposato un ricco imprenditore, come sognavano i suoi genitori? «No. Quello che mi dispiace è non aver sposato un bello zingaro che mi avrebbe portata a vivere nella sua roulotte trainata dai cavalli e guardata ballare al suono della sua chitarra. Mi sarebbe piaciuto vivere così».

La scrittrice Marguerite Yourcenar, prima donna della storia dell’Académie française, espresse il desiderio incontrarla. Perché? Che voleva sapere di B.B.? «È una storia straordinaria. Quando mi dissero che Yourcenar voleva vedermi, risposi che io all’Académie française non avrei messo piede mai e poi mai. Poi, un giorno di novembre che pioveva come Dio la mandava e stavo tornando a casa lercia dopo essere stata a badare alle capre, vidi una persona davanti alla porta. Era Marguerite. Grondavo d’acqua, lei pure, ma quel momento surreale si trasformò in una serata speciale. Abbiamo aperto dello champagne, acceso il fuoco nel camino. Mangiavamo noccioline parlando di cose interessanti, di animali, dei suoi libri. Mi sconsigliò di leggere le sue Memorie di Adriano, dicendo che mi avrebbero irritata, ma mi mandò altri libri che ho molto amato. Siamo rimaste legatissime, adoravo quella donna. Mi ha regalato una ricchezza che mi porto dentro».

Lei, figlia della buona borghesia, tifa per i gilet gialli. Ha un cuore di estrema sinistra o destra? «Ho il cuore al centro».

Non mi dica che si definisce centrista! «No, io sono per un governo autoritario, capace di mettere ordine nel casino in cui viviamo. Quando penso che il governo francese lascia al margine dei poveri cittadini che lavorano duro e che ottengono meno aiuti di tutti questi migranti che ci assalgono, mi fa orrore».

Ancora insiste, eppure è stata condannata cinque volte per incitamento all’odio razziale. «Me ne frego, mi condannino di nuovo. Mi costerà? Non mi interessa. Se non avrò i soldi per pagare i danni, andrò in prigione. Sarebbe divertente».

Nel suo libro cita il poeta Lamartine: «E la pagina in cui si muore è già sotto le nostre dita». La morte è un pensiero che si avvicina? «Non passo la mia vita a chiedermi quando morirò. Non ho paura di morire, mi fa solo arrabbiare l’idea di non riuscire a conquistare le cose importanti che chiedo per gli animali».

Come s’immagina l’aldilà? «Non immagino un fico secco. Se ci fossero animali, sarebbe il Paradiso».

Nel suo terreno c’è una statua della Vergine. Per cosa prega? «Per gli animali. Non chiedo mai niente per me».

E l’umanità? «Me ne fotto dell’umanità».

Si preoccupa mai per il futuro delle sue nipoti Anne e Thea e di quello dei loro figli? «Ognuno vive la propria vita come può. Anch’io ho conosciuto la guerra, e sono sopravvissuta».

Caroline Mangez

Traduzione di Fiamma Tinelli, Oggi.it

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