‘David Bowie Is…’, la mostra interattiva arriva sullo smartphone

Ha girato il mondo per cinque anni, trovando casa in dodici città diverse (l’ultima New York, a luglio di quest’anno) dopo aver fatto il suo debutto, nel 2013, al Victoria & Albert Museum di Londra. È stata l’esposizione itinerante organizzata dal prestigioso museo più vista, con oltre due milioni di visitatori. In Italia ha fatto tappa solo a Bologna, al MamBo (Museo di arte moderna) dove è rimasta aperta per quattro mesi, dal 14 luglio al 13 novembre 2016. Se nemmeno in quell’occasione siete riusciti a perdervi tra le musiche, i vestiti di scena originali, installazioni video, testi scritti a mano che facevano parte di David Bowie Is, ora potrete recuperare tutto grazie all’applicazione per smartphone (iOS e Android) in realtà aumentata pensata dal David Bowie Archive insieme con Sony Music Entertainment (Giappone) che porterà la mostra sul vostro cellulare. L’app David Bowie Is sarà lanciata l’8 gennaio 2019, a segnare quello che sarebbe stato il settantaduesimo compleanno dell’artista scomparso a gennaio 2016.

Già la mostra, nel suo allestimento, prevedeva una parte interattiva, con una stanza speciale, un laboratorio in cui era possibile indossare accessori e truccarsi come David Bowie e scegliere di sentirsi Ziggy Stardust, Major Tom, il Duca Bianco o Halloween Jack per un giorno. Con questa app in realtà virtuale i fan di Bowie potranno essere protagonisti insieme al loro idolo. Disegnata dallo studio di New York Planeta, l’applicazione permette di ripercorrere gli spazi della mostra attraverso itinerari audio-video con cui esplorare i lavori e gli oggetti che hanno riempito la vita di Bowie. Attraverso rendering 3D ci si muoverà tra i suoi costumi, storyboard e anche pagine dei suoi diari. L’esperienza a 360 gradi farà sentire ciascun utente avvolto dal mondo di David Bowie, proprio come era successo ai visitatori della mostra, ma in più con la possibilità di vivere tutto con musica e racconti di David Bowie (registrati in sette lingue diverse) direttamente nelle orecchie attraverso le cuffie del proprio cellulare. Sono una sessantina poi gli oggetti che non hanno fatto parte della mostra, ma sono stati concessi in esclusiva ai creatori dell’applicazione. L’idea, insomma, è quella di regalare ai fan di David Bowie un momento di contatto con l’artista, senza le barriere dei vetri di protezione e senza la folla di un museo. Con l’app ognuno potrà tornare tra gli oggetti e riascoltare le storie tutte le volte che vorrà.

David Bowie non autorizzò mai una biografia, lo fece, in un certo senso, scegliendo di concedere tutti quei cimeli, circa trecento, al V&A. Così, spinti dalla musica, i fan entrati nella mostra si sono trovati di fronte un’unica grande performance distribuita su più sale, i costumi sotto i riflettori, installazioni di luci che riproducevano saette rosa e blu, come quelle che Bowie si era dipinto sul volto per l’album Aladdin Sane, foto, schermi che riproducevano i suoi concerti, testi scritti a mano ma anche il primo strumento suonato da Bowie che non era una chitarra ma un sassofono di plastica bianca o i suoi primi album, i primi 45 giri. Il titolo della mostra è incompleto, spettava allo spettatore che si muoveva tra le stanze dell’esposizione scegliere, di volta in volta, chi fosse David Bowie tra i tanti personaggi costruiti dall’artista e la stessa cosa potranno fare gli utilizzatori dell’applicazione che potranno scegliere di farsi condurre o saltare direttamente alle parti che preferiscono.

Nel 2017 il primo artista a trasformare la propria esposizione in un’app in realtà aumentata è stato Shepard Fairey (Obey), l’autore dell’iconica immagine del volto di Barak Obama virato sul rosso e blu con la scritta ‘Hope’, immagine finita poi sulla copertina di Time quando Obama fu eletto uomo dell’anno. In questo caso, è stato proprio Jacob Koo, fondatore di VRt Ventures, specializzata nell’utilizzare la realtà virtuale proprio per le applicazioni del cellulare dedicate all’arte, in un’ottica di democratizzazione dell’arte stessa, a proporre a Obey di trasformare la sua mostra Demaged (esposizione che pure era stata un grande successo) in app in realtà aumentata. Gli utenti che hanno scaricato Demaged possono ascoltare circa cento minuti di racconti fatti dallo stesso Obey e muoversi per i corridoi dell’esposizione a proprio piacimento.

Giulia Echites, Repubblica

Torna in alto