Sanremo, i Jalisse esclusi per la 25esima volta di seguito, nonostante la lettera di Mattarella: «La ripartenza non è per tutti»

Game Over. Venticinque anni dopo la loro vittoria al Festival di Sanremo con il brano «Fiumi di parole» — correva l’anno 1997, il nuovo millennio cominciava ad affacciarsi all’orizzonte —, i Jalisse, «due artigiani della musica», come amano definirsi Fabio Ricci e Alessandra Drusian — i due fanno coppia anche nella vita e non solo artisticamente —, hanno riprovato a entrare in concorso, ma nulla da fare. Esclusi. E non era la prima volta che tentavano: ci hanno provato per 24 anni con 24 canzoni diverse ma senza successo. E tutto questo nonostante la lettera di stima scritta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel maggio scorso, in cui il capo di Stato si era detto interessato a ricevere una copia del loro ultimo album. Così, in un post su Facebook, i due hanno dato sfogo a tutta la loro amarezza. «Lo scorso anno scrissi una lunga lettera sulle 24 consecutive esclusioni dei Jalisse dal Festival di Sanremo — si legge nel post —. “Rolling Stone” Italia e molte altre testate rimbalzarono la notizia, fino ad RTL News pochi giorni fa… Oggi sono 25 i brani e 25 le esclusioni dal Festival, ma questa volta lascio parlare le persone». E ancora: «E tornano in mente le pagine dello storico giornalista e vice direttore del celebre “Tv Sorrisi e Canzoni” Gigi Vesigna (nel libro con la prefazione di Antonio Ricci; “Vox populi. Voci di sessant’anni della nostra vita”, 2010, Excelsior 1881), la famosa ripartenza non è per tutti; noi Jalisse non abbiamo spazio sul pentagramma del Festival di Sanremo, ma si può parlare di noi e fare citazioni. Quale canzone abbiamo presentato quest’anno per Sanremo 2022? Un brano sulla ricerca di noi stessi e su cosa dobbiamo ricordare per tornare a essere chi eravamo: titolo “È proprio questo quello che ci manca”».

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