Quanta attesa per Checco Zalone, comico emigrato in Africa

Lo scopritore di Luca Pasquale Medici, in arte Checco Zalone, ha un nome e un cognome. Si tratta di Filippo Valsecchi, giovane cantautore in erba, che una decina di anni fa ha iniziato a segnalare le apparizioni del comico a Zelig al padre produttore Pietro. Per il primo film, Cado dalle nubi, è nato così in poco tempo e come i tre seguenti (Che bella giornata, Sole a catinelleQuo vado?) si è avvalso della regia e della collaborazione alla sceneggiatura di Gennaro Nunziante. Tutti grandi successi sia di pubblico sia di incasso, solo l’ultimo ha richiamato 9,3 milioni di spettatori e guadagnato 66 milioni di euro. E col tempo pure la critica ha eletto Zalone a nuova maschera nazionale.

Tutto questo ha avuto l’effetto collaterale che dal primo gennaio 2016 a oggi non è più arrivato un suo film nelle sale. «Un periodo duro, in cui non mi veniva niente», ha raccontato lui stesso. Non è dato sapere quanto abbia inciso in questo la rottura col collaboratore storico e concittadino barese Nunziante, mentre si sa di squadre di autori consultate e rimandate a casa. Ora però, grazie alla preziosa consulenza di un numero uno come Paolo Virzì, il primo gennaio 2020 esce il nuovo film con e, per la prima volta, anche diretto da Checco Zalone.

Si intitola Tolo Tolo e ci sono voluti nove mesi per realizzarlo. Un kolossal, insomma, come lo definisce lo stesso produttore Valsecchi, che non esita a ritenerlo «il debutto alla regia di un grande artista, che si poteva permettere di girare per un anno».

Il film, che pare susciti grandi risate ed emozioni, è molto complicato e attraversa tre Paesi africani tra cui il Kenya, Malta, Roma, Trieste e ovviamente la Puglia. Ci sono voluti tanti spostamenti, navi, bambini, migliaia di comparse cercate nei centri d’accoglienza e più di cento addetti ai lavori. «Tolo Tolo» è il soprannome che un bambino africano dà al personaggio di Zalone: un comico sotto scorta in fuga dall’Italia che in Africa scopre un altro modo di vivere, ma anche la difficoltà dell’immigrazione. È questo infatti uno dei temi cruciali per la società italiana che l’autore ha scelto di affrontare.

Nel cast ci sono anche Nicola Nocella, la giovane attrice francese Manda Touré e tre camei di Barbara Bouchet, Nicola Di Bari e Nicola Vendola. Non manca la canzone tormentone Se t’immigra dentro il cuore e oltre alla sceneggiatura scritta con Virzì va segnalata la fotografia di Fabio Zamarion, già al fianco di Giuseppe Tornatore e, strano incrocio, di Nunziante per Il vegetale con Fabio Rovazzi.

Zalone è ora al lavoro sugli ultimi dettagli, avverte la responsabilità del ritorno, ma non perde, come rivelato in una recente uscita, la voglia di scherzare: «Sono molto ansioso perché so che le aspettative sono alte. Il produttore Valsecchi è indigente ormai, gli ho fatto bruciare tutto quello che gli avevo fatto guadagnare con i precedenti film».

Francesco Rigatelli, La Stampa

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