Rete 4, stasera torna “Confessione Reporter”

Stasera, in seconda serata, su Retequattro, secondo di quattro appuntamenti, con le inchieste di «Confessione Reporter». Al centro della puntata, la controversa materia del “fine vita”.

«È un tema che scalda da sempre la cronaca: la libertà di scegliere una morte libera, l’eutanasia», esordisce la giornalista. «È una parola che da anni crea polemiche, gesti coraggiosi e fortissime opposizioni. Una parola che tanti considerano uno schiaffo alla vita, mentre per molti altri potrebbe essere la libertà di morire, lasciando vite torturate e condannate», prosegue Pende.

Il la per questo reportage arriva il 25 settembre scorso, dalla Corte Costituzionale: quando, a proposito dell’imputazione di aiuto al suicidio del radicale Marco Cappato, che ha accompagnato DJ Fabo al suicidio, in Svizzera, ha dichiarato che non è più un reato.

«Confessione Reporter», più che i dettagli legali, racconta storie vere, facendo quindi parlare i protagonisti: dai malati ai genitori, dai medici ai nemici dell’eutanasia. «Una decisione che obbliga ad immagini forti, dolorose e commoventi, ma vere», puntualizza Stella Pende.

Il primo incontro è con una madre straordinaria: Sabrina. «Ha tirato su col marito Cesare due figli, Marco e Carlo, oggi inchiodati alla sedia a rotelle da una feroce SLA familiare», racconta Pende. «Due ragazzi meravigliosi e intelligenti, che hanno voluto laurearsi e restare sempre in prima linea con l’Associazione Luca Coscioni. Ma oggi soffrono vite che non sono vite: non possono muoversi, né parlare, provando grandi dolori. Questa tortura cresce ogni giorno. Marco e Carlo hanno già deciso che quando ciò diventerà insopportabile, non lo accetteranno. E per questo hanno chiesto a Sabrina di accompagnarli ad una fine dignitosa. Sabrina ha detto loro sì».

La decisione della Corte Costituzionale ha creato consensi, speranze e grandi opposizioni, anche nell’Ordine dei Medici. «Va comunque chiarito», chiosa Pende, «che esiste grande differenza tra l’aiuto al suicidio, le cure palliative e la sedazione profonda, che porta alla fine».

La sentenza rende lecito, in casi speciali, solo l’aiuto al suicidio e non l’eutanasia. L’eutanasia, in Italia è vietata e sarà il Parlamento a dover legiferare sulla questione. «Per questo, le storie realizzate con i nostri viaggi, in Italia e in Svizzera, sono davvero potenti… fanno capire, meglio, soprattutto cosa accade in quelle famose cliniche della morte», conclude l’inviata.

La serata termina con il ritratto «sorprendente, di un’attrice giovane e fedele ai suoi valori: Cristiana Capotondi. Una delle rare donne del cinema che dedica il suo tempo ad altro e ad altri»,.

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