‘Diabolik’ sarà un film dei Manetti Bros. “Era il nostro sogno”

L’annuncio alle Giornate professionali di Sorrento. Sarà prodotto da Mompracem con Rai Cinema in associazione con l’editore Astorina, la casa editrice fondata dalle sorelle Angela e Luciana Giussani che dal 1962 pubblica le avventure a fumetti dell’affascinante ladro

Diabolik torna al cinema: saranno i Manetti Bros. a portare sullo schermo il ladro più affascinante e inafferrabile della storia del fumetto con un film prodotto da Mompracem con Rai Cinema, in associazione con l’editore Astorina, la casa editrice fondata dalle sorelle Angela e Luciana Giussani che dal 1962 pubblica le avventure a fumetti.Il soggetto è scritto dai fratelli Manetti, dallo sceneggiatore Michelangelo La Neve e da Mario Gomboli, direttore della Astorina e storico curatore dei soggetti del fumetto. Le riprese avranno inizio nella seconda metà del 2019. “Diabolik è il sogno che inseguiamo da sempre – dicono i due fratelli – siamo al settimo cielo, entusiasti di poter scrivere, girare e portare al cinema questo progetto. Daremo il massimo per essere all’altezza”. “Siamo impazienti di vedere i Manetti Bros. al lavoro su questa idea, perfetta per i due registi più pop del cinema italiano – ha detto Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, alle Giornate Professionali del Cinema di Sorrento – Crediamo molto nel loro talento e nell’unicità del loro stile e delle loro storie. Un film innovativo e sorprendente che si inserisce nella nostra linea produttiva rivolta all’originalità. Annunciamo a Sorrento nel corso delle Giornate Professionali questo progetto tutto italiano, al quale lavoriamo da due anni; voglio ringraziare l’editore della fiducia che ha accordato ai registi e a noi produttori”.Soltanto una volta le avventure di Diabolik e di Eva Kant sono state trasportate sul grande schermo: era il 1968 e Mario Bava realizzò il film Diabolik, prodotto da Dino De Laurentiis e interpretato da John Phillip Law, Marisa Mell e Michel Piccoli, con le musiche di Ennio Morricone.

La Repubblica

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