Da Scampia a Medellín, gli ‘A67 rileggono la sigla di Narcos: “La nostra ‘Tuyo’, con la benedizione di Amarante”

Ci sono sottili fili uniti con le puntine su un mondo che riesce a essere paese con molta più facilità di quanto voglia. Dialetti lontani con la stessa cadenza stordita, identiche strade senza uscite, palazzi sbucciati come ginocchia sotto un solito cielo, di medesima polvere. Visto dall’alto è un vinile che gira con tutti sopra in equilibrio precario a guardarsi le spalle, a trovare somiglianze, riflessioni. E così Scampia dal nord di Napoli, ruotando rispunta tra le case di Caracas e Bogotà, s’incastra dentro Rio, si fa spazio in un sobborgo di Buenos Aires. Storta, si moltiplica.La versione con cui domani tornano a cantare gli ‘A67 di Tuyo – la sigla scritta dal cantautore brasiliano Rodrigo Amarante per Narcos oltre che una delle canzoni più virali di sempre – non è un caso né una cover, ma un filo che unisce due puntine.”Ci siamo innamorati della serie – spiega la band – e della sua colonna sonora. Un brano che per passione e atmosfera poteva essere una canzone napoletana, da qui l’idea di adattarla nella nostra lingua madre”. E non è una coincidenza ma un giro del mondo, il fatto che durante le registrazioni Daniele Sanzone, il cantante della band, abbia conosciuto Amarante: “Ha apprezzato la nostra Tuyo, ed nato subito un grande feeling”.La versione di Amarante fa muovere i fianchi, quella degli ‘A67 la testa. C’è un sole stabile nella prima, più ombre nella seconda. L’originale si dà arie anni 50 e 60 e atmosfere latine un po’ classiche, perché è una canzone che, come dice lo stesso autore, “volevo fosse al contempo locale e globale. Come Pablo Escobar, che è diventato un caso universale e che impone a tutti di ragionare sul fatto che il crimine e la cattiveria umana non sono una prerogativa della Colombia o di un solo posto, ma dell’essere umano”.Un filo che unisce la Colombia a Napoli. Il video in bianco e nero degli ‘A67, è stato girato da Andrea Ranalli nella Vela rossa di Scampia. “Ci piaceva l’idea – continua la band – di portare un po’ di poesia in un luogo diventato simbolo di degrado e criminalità. Provare a raccontare, con le immagini, la normalità di chi vive il nostro quartiere”.Sulla copertina del singolo appare la vela ferma che il vento non sa smuovere insieme all’ombra di un bacio. ‘A67 significa la 167, meglio nota come ‘a cient’sissantasètte, dalla legge 18 aprile 1962, n. 167 “che ha originato l’edilizia popolare d’Italia ed edificato il nostro quartiere, Scampia. Siamo nati qui. La nostra musica, chiamatela rock, rap, pop o come vi pare, è stata prima un urlo di rabbia contro tutti, poi l’urlo è diventato parola. Le parole, canzoni”. E le canzoni sono un gran bel modo per sovrapporre voci senza che si parlino contro; cori, non boati.Gli album degli ‘A67 parlano dritto come l’esigenza, lasciandosi indietro giochi di parole. A camorra song’io (2005), Suburb (2008), Scampia Trip (2010), Naples Power (2012), uno spettacolo tra musica e teatro, Alien’azione del 2006 e un ep l’anno dopo, Voglie parlà, per un progetto di educazione alla legalità nelle scuole. Tantissime le voci che negli anni si sono unite alle loro: Edoardo Bennato, James Senese, Tullio De Piscopo, Teresa De Sio, Raiz, Planet Funk, 99 Posse, Roberto Saviano, Valeria Parrella, Carlo Lucarelli, Mauro Pagani, Zulù.Ora Daniele Sanzone, Enzo Cangiano (chitarre e programmazioni) e Gianluca Ciccarelli (basso) tornano con un nuovo album e mentre Narcos ripartirà su Netflix con la nuova stagione il 16 novembre, il disco della band è previsto per l’anno nuovo. Ad anticiparlo c’è stato Il Male Minore, feat Caparezza, singolo prodotto da Gigi Canu dei Planet Funk uscito poco prima delle elezioni. E da oggi Tuyo, con la produzione artistica di Massimo D’ambra, disponibile in streaming, nei digital store e su cui Fresco sta già lavorando al remix.”La nostra versione della sigla di Narcos intreccia e unisce idealmente Medellin, Napoli e Rio De Janeiro. Pablo Escobar era ossessionato da Napoli, se ne innamorò dopo averla visitata alla fine degli anni ’70, al punto da chiamare il suo quartier generale, ‘Hacienda Napoles’ (Tenuta Napoli). Tuyo è una canzone che ho amato al primo ascolto, come molti, e ho amato anche Cavalo, album d’esordio da solista di Amarante. E allora quando mi è stato proposto di intervistarlo, nel giorno dell’eclissi lunare più lunga del secolo, non c’ho pensato due volte e sono partito per Locorotondo in Puglia”, spiega Sanzone, che la sua lunga intervista al cantautore brasiliano l’ha pubblicata sul suo sito personale.”Mi ha detto: ‘Quando sono a Napoli sento il senso di umanità nei modi, nella parlata, nel cibo’. A lui piacciono i pomodori, lo ripete spesso. Il nostro cibo, la nostra lingua, la nostra città. È un amore che viene da lontano, dovuto anche al fatto che la bisnonna di Amarante era napoletana”. Anche lei ha ruotato in equilibrio per poi rinascere in un altro posto, un po’ più in là, ma unito da puntine, pomodori rossi, e da mura mai troppo alte per coprire il cielo né lievi abbastanza per prendere vento, e diventare vele.

Katia Riccardi, repubblica.it

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