L’espediente è stato presto svelato: quello del reportage era quasi un pretesto. Una sorta di trampolino per permettere a Michele Santoro di balzare nuovamente al centro della scena. Per il suo ritorno in Rai, avvenuto ieri sera con il programma Italia(qui gli ascolti flop), il giornalista salernitano ha proposto una docu-inchiesta ben fatta ma poi ci ha costruito attorno un dibattito voluminoso e a tratti caotico, che di innovativo aveva ben poco.
Michele, infatti, ha perso il pelo ma non il vizio. Tornato finalmente sugli schermi del tanto bistrattato servizio pubblico, il conduttore non ha resistito ed ha subito pronunciato un editoriale dei suoi; una mezza filippica nella quale – prendendola alla larga – è persino riuscito a rievocare gli anni d’oro di Berlusconi. E, anche nel prosieguo della trasmissione, a più riprese il giornalista si è riservato alcuni spazi di personale commento.
Come dicevamo, va però riconosciuta la qualità del reportage proposto. Quello realizzato dalle giornaliste Francesca Fagnani e Micaela Farocco è stato un racconto ben confezionato, curato nei dettagli sia dal punto di vista dei contenuti sia per quanto riguarda l’immagine e le musiche. Abilmente giocato su accostamenti e dissonanze, il docu-film girato tra Dubai e Ibiza ha mostrato gli eccessi e le contraddizioni legate alla ricchezza e alla percezione social(e) di quest’ultima. Un documento completo – ma allo stesso tempo che sa di già visto in passato sia dalle parti di Santoro che altrove (citofonare Lucignolo!) – capace di stimolare la discussione come solo Santoro sa fare.
Peccato, però, che proprio su questo aspetto Italia non si è dimostrata all’altezza delle aspettative. Per commentare le immagini trasmesse, il conduttore ha pensato di ridurre la componente di talk e di puntare piuttosto su scambi one to one con i suoi ospiti. E allora avanti con Flavio Briatore (interpellato in apertura e poi deliberatamente trascurato), Selvaggia Lucarelli, Geppi Cucciari, Tomaso Montanari, Mimmo Borrelli (protagonista di un incomprensibile monologo in napoletano), Alex Zanardi. Ma anche Luigi De Magistris e Beppe Sala. Un parterre troppo affollato per un programma che si prefiggeva di rinnovare lo stile dell’approfondimento.
Come se non bastasse, il conduttore ha eccessivamente caricato la puntata di argomenti e spunti e il risultato è stato un potpourri a tratti caotico e non sempre fluido nel ritmo. Con una certa perplessità, inoltre, abbiamo ritrovato Giulia Innocenzi nel ruolo di ’santorina’ addetta ai social, affiancata da un Saverio Raimondo a dir poco sacrificato e silente.
Per il suo ritorno in Rai Santoro non ha stupito. Il giornalista, semmai, ha confermato di essere un abilissimo maestro nel genere della docu-inchiesta. E allora perché non concentrarsi solo su quello, invece di imbastire un ibrido poco convincente se non, appunto, nella parte del reportage?
Davidemaggio.it