Thierry Frémaux, Cannes è un bastione per il cinema

Ditemi un solo regista scoperto dalle piattaforme?

Orgoglio a tutto tondo per Thierry Frémaux al Festival di Cannes, alla prima conferenza stampa di questa 74/ma edizione. Il direttore artistico della manifestazione che si apre il 6 luglio ha riconfermato come questa sia l’edizione del rilancio fatta con il giusto coraggio e, soprattutto, come non ami troppo le piattaforme streaming.

 E lo ha fatto rispondendo a una domanda sul futuro del festival: “Cannes è un bastione del cinema e lo è sempre stato. L’ha fatto con l’avvento della tv e lo fa ora con le piattaforme, ma niente di personale. Il fatto è che noi abbiamo una regola che vale solo per i film in concorso che, per concorrere, devono avere il passaggio in sala. Lei non a caso mi fa questa domanda – ha detto rivolgendosi al giornalista – mentre sta partecipando a un festival di cinema, dove si vedono film sul grande schermo”.
Frémaux torna poi sull’argomento con ancora più passione: “Mi citi anche un solo regista che è stato scoperto dalle piattaforme? Non c’è. Certo prendono Sorrentino e la Champion, ma li prendono dal cinema. Il fatto è che non si può fermare il cinema, è dappertutto poi ci sono anche le piattaforme che cavalcano però la traccia artistica del cinema-cinema”.

E ancora il direttore artistico sui giovani registi: “Volete trovare cineasti emergenti? Bene, allora dovete andare a guardare a sezioni come Un Certain Regard”.
Frémaux poi mostra ancora vero orgoglio quando gli si chiede quanto il festival sia aperto al nuovo: “Abbiamo una giuria a maggioranza femminile e come presidente Spike Lee, il primo nero che ricopre questo ruolo. Noi da sempre sosteniamo mondializzazione e planetizzazione e lo abbiamo fatto anche dopo questa lunga forzosa con una edizione attenta all’ambiente”.
Per la cena d’aperura, continua “Abbiamo scelto un simbolo in questo senso come Alain Passard, un tre stelle e uno dei primi chef al mondo ad aver detto che si può mangiare bene cucinando solo legumi. Metterà d’accordo tutti vegetariani, vegani e non solo”.
Ma Cannes è anche attenzione “ai temi mondiali, a quelli che riflettono le preoccupazioni del nostro tempo, opere che mostrano come la situazione è grave in Asia, in India e in Africa e mostrano anche la generazione di Greta Thunberg che afferma che potremmo salvarci tutti se diamo ascolto a questi ragazzi che non mollano mai. C’è un documentario poi sulla bellezza del mondo come La Panthère des neiges e anche una commedia climatica generazionale firmata da lui Louis Garrel”. E conclude tra ironia e verità: “Noi siamo combattenti del futuro. Cannes è fatta così Il fatto si trasforma un pezzo alla volta per restare il più grande festival del mondo”.

Ansa.it

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