LUNETTA SAVINO È MADRE CORAGGIO IMPASTATO

Su Rai1 il 10 maggio, anteprima con Grasso e Boldrini

Capelli bianchi, abito a lutto, gli occhiali spessi, lo sguardo che non si abbassa mai. Felicia Impastato, la madre-coraggio di Cinisi, morta dieci anni fa, che lottò contro la falsa verità sulla morte del figlio, oggi rivive con il volto di Lunetta Savino, nel film tv di Giancarlo Albano realizzato in coproduzione da Rai Fiction e la “11 Marzo” di Matteo Levi in onda su Rai1 il 10 maggio e presentata in anteprima nella Nuova Aula dei Gruppi parlamentari alla presenza dei presidenti del Senato Pietro Grasso e della Camera Laura Boldrini e del direttore generale della rai Antonio Campo dall’Orto. La scelta del 10 maggio per la messa in onda del film non è casuale: Impastato fu ucciso infatti il 9 maggio 1978, esattamente lo stesso giorno in cui venne ritrovato il cadavere di Aldo Moro. Circostanza che fece passare l’omicidio quasi inosservato a livello mediatico, visto che tutti gli occhi dell’Italia e del mondo erano rivolti a via Caetani a Roma.
Felicia è una figura femminile controcorrente, contro tutti gli stereotipi delle donne siciliane, una storia di ribellione, alla mafia, al matrimonio combinato, alle regole del lutto, che ha combattuto contro tutto e tutti per ottenere una sola cosa: non vendetta ma verità per la barbara uccisione di suo figlio Peppino. “Era intelligentissima – sottolinea l’attrice – nonostante avesse solo la quinta elementare, e anche molto ironica, va detto, come suo figlio, non sappiamo se è lei che ha ereditato da Peppino la determinazione o viceversa”. E così dopo Lucia Sardo, interprete de “I cento passi” di Marco Tullio Giordana (la sceneggiatura del tv movie Rai è sempre di Monica Zapelli, la stessa del film del 2000 ) , una straordinaria – va detto – Lunetta Savino, incarna mamma Felicia. Una sfida, quella di restituire la dignità di una donna che riuscì a fare da argine a un marito mafioso, che cercò di difendere il figlio dai boss e da se stesso, che accusò don Tano Badalamenti in un’aula giudiziaria. Dice Savino: “È molto difficile per un’attrice preparare questo personaggio. Anche se a Giovanni Impastato, fratello di Peppino (nel film ha il volto di Carmelo Galati) ho detto: farò la mia Felicia. Ho amato subito questa donna, appena ho visto le sue interviste video fino allo sfinimento, non per imitarla ma per comprenderne meglio lo spirito”. Una figura, va ricordato, che non ha mai “spettacolarizzato il proprio dolore, che è una cosa personale. Non si è mai rassegnata.Ha aperto la sua casa ai giovani per raccontare la storia di Peppino. C’è fierezza e rabbia. Ha rifiutato l’appoggio di chi le aveva proposto la vendetta” aggiunge l’attrice. Il regista fa notare: “Lunetta e io abbiamo creduto di averla individuata nella fierezza. Un comportamento e un luogo dell’anima oggi non molto di moda, tanto nella realtà reale come in quella virtuale.
La struttura del film è costituita da un flash-back che s’interpone nella lunga deposizione di Felicia al Tribunale di Palermo nel 2000. Nessuno dà credito a Felicia. Solo il magistrato Rocco Chinnici (Antonio Catania) le crede, riprende in mano le carte, cerca i riscontri. Il 29 luglio 1983 Chinnici viene ucciso in un attentato, ma la sua passione civile ha contagiato Francesca Imbergamo, che diventa magistrata. E’ lei a riaprire i faldoni, a riannodare i fili. Il 25 ottobre del 2000 Felicia Impastato entra nell’aula di tribunale per guardare in faccia, in videoconferenza, il boss Gaetano Badalamenti, condannato all’ergastolo. Le nuove generazioni hanno bisogno di queste storie. Quella di Peppino e di Felicia dà messaggi positivi e educativi, questo film è un omaggio alla memoria. Ci saranno proiezioni nelle scuole? Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction, risponde: “Ne abbiamo parlato anche con il direttore generale, Antonio Campo dall’Orto (che oggi a Viale Mazzini ha visto Giovanni Impastato, ndr): l’idea è di costruire storie che possano essere viste dal più alto numero di persone. Questo film deve continuare, deve essere portato anche nelle scuole”. A chi chiede a Giovanni Impastato che consigli darebbe per scoprire la verità su Regeni, replica: “Crederci fino in fondo, uscire dalla logica della rassegnazione. Lo ricorderemo anche a Cinisi”. E ancora: “Oggi tutti parlano di mafia, e poi va a finire che si viene indagati. Bisogna portare avanti i fatti, un’antimafia vera”.
Presente anche Franca Imbergamo (nel film è l’attrice Barbara Tabita), il magistrato che ha seguito le indagini sulla morte di Impastato: “Ho avuto il privilegio di conoscere Rocco Chinnici.
Ho incontrato Felicia anche dopo la fine del processo e fui da lei ringraziata, mi commossi. Voglio ringraziare il mio ex capo Giancarlo Caselli”. Impastato ‘benedice’ la scelta della Savino come protagonista, riconoscendo persino una vaga somiglianza con la madre, “anche nel portamento”.
Secondo il presidente del Senato Pietro Grasso “Quella di Felicia Impastato è la figura di una donna eccezionale ed emblematica”: “è stata una donna siciliana al di fuori degli standard del suo tempo. Insieme con tante altre donne rappresenta la forza di chi si è dissociato dalla mafia anche a costo di andare contro il proprio marito. Una eroina positiva della giustizia e della verità, che ha avuto dopo 24 anni di lotta con la condanna di Badalamenti”. Per La presidente della Camera Laura Boldrini: una figura femminile “E’ stata una donna spartiacque”. “E’ stata una figura determinante per il cambiamento della nostra società. In un tempo in cui ci sono famigliari di mafiosi che trovavano giustificazioni, lei ha avuto il coraggio dirompente di dire no a Cosa Nostra. La Mafia si può vincere – conclude Boldrini – se tutti fanno la loro parte”.

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