Renato Zero: “‘Atto di Fede’ è la mia opera sacra”

Il cantautore regala ai suoi fan un disco dai tratti spirituali e sociali, in cui la musica e la parola si fondono per riscoprire la fratellanza tra gli esseri umani

Dopo due anni dall’ultimo album, Renato Zero torna con “Atto di Fede“, un disco dai tratti spirituali e sociali che contiene 19 brani inediti e altrettanti monologhi scritti da quelli che il cantautore romano ha definito gli “Apostoli della Comunicazione”: tra gli altri Alessandro Baricco, Luca Bottura, Sergio Castellitto, Don Antonio Mazzi e Walter Veltroni.

Per celebrare i suoi 55 anni di carriera e il nuovo lavoro in uscita l’8 aprile, Renato Zero ha scelto una location esclusiva: il 23, 24, 25 e 30 settembre si esibirà, per la prima volta, al Circo Massimo di Roma.

Nell’album sono molte le telematiche affrontate dal cantante: dal comportamento scellerato dell’uomo nei confronti della natura alla questione femminile, dalla diversità all’abbandono, dalla carità alla giustizia, fino ad arrivare alla voglia di libertà dei giovani e al problema delle migrazioni. Al centro di ogni argomento la spiritualità, il rapporto con Dio, l’al di là e l’importanza di riscoprire la vicinanza e la fratellanza tra gli esseri umani, così corrotti dal consumismo, dall’odio e dall’egoismo. 

Ad accompagnare il cantautore in questo viaggio spirituale sono stati chiamati scrittori, attori, giornalisti, politici e missionari, che hanno affrontato le telematiche scelte attraverso delle lettere. Sono Alessandro Baricco, Luca Bottura, Pietrangelo Buttafuco, Sergio Castellitto, Aldo Cazzullo, Lella Costa, Domenico De Masi, O scar Farinetti, Antonio Gnoli, Don Antonio Mazzi, Clemente J. Mimun, Giovanni Soldini, Marco Travaglio, Mario Tronti e Walter Veltroni. Le voci narranti sono, invece, di Oscar Farinetti, Pino Insegno, Giuliana Lojodice, Marco Travaglio, Luca Ward e dello stesso Renato Zero.

“‘Atto di Fede’ è la mia opera sacra – spiega il cantante -. Ho parlato delle difficoltà che questo pianeta sta attraversando. Questo album è una sfida perché ci siamo dimenticati di Dio da parecchio tempo, abbiamo lasciato che l’indifferenza ci impedisse di raggiungerlo. Per questo avevo bisogno di scrivere un oratorio”. Dall’avvio della sua carriera, negli anni 70, il cantautore romano non ha mai smesso di stupire e provocare ma “ora con questo nuovo disco, sono più vicino alla verità, anche se con ‘Il cielo’ e “I giardini che nessuno sa’ ci ero andato vicino”. 

Per l’artista “la fede è la chiave che ci permette di osare, di andare oltre le nostre capacità e la nostra potenzialità, a volte dobbiamo superare un ostacolo ma abbiamo paura, invece dobbiamo saltare, dobbiamo osare”. Questo concetto è ripetuto, in forme diverse, in ogni brano dell’album, che vuole essere un invito a riflettere su ciò che l’uomo è diventato, per fare un passo indietro e assumere comportamenti corretti l’uno nei confronti dell’altro. “Non si deve essere giusti oggi per essere ricompensati domani – scrive Mario Tronti -, si deve essere giusti perché è giusto esserlo”.

La presenza e il ruolo di Dio è centrale in “Atto di Fede”, in cui sono continue le domande e le riflessioni sull’esistenza. “Dio è sempre più Dio – spiega il cantante -. Sempre più ostinato a credere in noi. A perdonarci. Siamo le sue creature anche quando stupriamo, ammazziamo, rubiamo, spacciamo, mentiamo. Perché è così indulgente e caritatevole? È semplice: perché vorrebbe guarirci! Dalla superbia, dal rancore, dall’insoddisfazione, dalla mancanza di rispetto persino verso noi stessi”.

Per celebrare i suoi 70 anni (compiuti in realtà quasi due anni fa ma mai festeggiati a causa della pandemia) e i 55 anni di carriera, Renato Zero ha annunciato quattro serate di “ZEROSETTANTA” al Circo Massimo di Roma. Il 23, 24, 25 e 30 settembre (giorno del suo compleanno) il cantante si esibirà davanti al suo pubblico per la prima volta in questa location esclusiva, simbolo della Capitale. “Il Circo Massimo premia la mia romanità, mi faccio gladiatore per conquistarmi ancora una volta l’applauso. Non vedo l’ora di abbracciare i miei ‘sorcini’, che devono aspettarsi di tutto”. 

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