La radio si ascolta solo nell’autoradio. E chi l’ascolta predilige i canali Rai

La radio è un mezzo di comunicazione che ormai, per larga maggioranza, non si ascolta più all’apparecchio radio di casa o del posto di lavoro. Una modalità che intercetta, secondo gli ultimi dati di Ter-Tavolo editori radio, solo il 27% degli ascolti nel quarto d’ora medio e il 29% nel giorno medio.

Il device privilegiato per collegarsi con la propria emittente preferita è invece l’autoradio, che pesa per il 47% degli ascolti nel quarto d’ora medio, e, addirittura, per il 66% nel giorno medio. Insomma, nel corso delle 24 ore due ascoltatori radiofonici su tre sono seduti all’interno di una auto.

Molto forte è poi la tv (e d’altronde ci sono moltissimi network nazionali con il loro canale televisivo), al 12% nel giorno medio e al 7% nel quarto d’ora.

Nei device digitali, invece, il consumo di radio, sostanzialmente, quasi si azzera: appena il 3-5% degli ascolti arriva da cellulari/smartphone, e il 2% da pc e tablet. Addirittura pari a 0% il peso della modalità di ascolto in podcast. E questi dati, perlomeno in base alla indagine Ter, la dicono lunga sulla scarsa capacità del mezzo radiofonico di sfondare nel nuovo mondo digital e dei giovani (nonostante i notevoli investimenti per lanciare canali radio in streaming e radio player), restando ancorata a device nati nell’era analogica, con tutti i ragionamenti correlati sull’inesorabile invecchiamento del target.

Ovviamente le dinamiche relative alle singole emittenti cambiano.

Per esempio, gli ascolti di Rai Radiouno nel quarto d’ora medio arrivano al 53% dall’apparecchio radio, quelli di Rai Radiotre addirittura al 58%.

L’apparecchio radio pesa invece molto meno sugli ascolti nel giorno medio di Rtl 102,5: appena il 13%, contro il 55% dell’autoradio e il 23% della tv. Il piccolo schermo quindi, per l’emittente di Lorenzo Suraci che ha investito molto sul concetto di radiovisione, vale, quanto ad ascolti, quasi il doppio dell’apparecchio radio.

E in effetti la televisione è diventato un mezzo di distribuzione dei contenuti radio piuttosto strategico per alcuni network: assicura il 24% degli ascolti nel giorno medio per Radiofreccia, il 19% per Radio Italia, il 10% per R101.

L’autoradio, invece, pesa nel giorno medio per il 74% degli ascolti di Virgin radio, il 72% di Kiss Kiss, il 71% di Rds, il 70% di Subasio.

Quanto al mondo digital, i due brand più capaci nell’intercettare gli ascolti nel giorno medio da pc/tablet o da telefonino sono 105 e Deejay, per i quali il web e i cellulari pesano per il 7%.

Il podcast, che invece si può valutare solo nel quarto d’ora medio, raggiunge infine ascolti rilevabili solo per Deejay, Virgin radio e Radio 24, per i quali vale l’1%.

Claudio Plazzotta, ItaliaOggi

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