Alessio Bernabei e il nuovo singolo: «Dopo il lockdown sono salito in cima all'”Everest”»

«La vita è il viaggio tra la punto di partenza e la meta. E io ho spesso dimenticato di godermi quel viaggio». Alessio Bernabei esce oggi con un nuovo brano, “Everest”. Il cantautore di Tarquinia, classe 1992, torna a fare musica dopo tre anni, a parte la parentesi del singolo in radio Trinidad della scorsa estate.

Ex frontman dei Dear Jack con cui vince ad Amici di Maria de Filippi il premio della critica, i live allo Stadio Olimpico di Roma e allo Stadio San Siro di Milano, l’Arena di Verona, due Festival di Sanremo, di cui l’ultimo da solista con “Noi siamo infinito”, prende spartiti e testi e si chiude in studio.

«Sono un po’ frastornato da questi mesi di pandemia, come tutti. Ho trascorso il primo lockdown a Milano. Mi ero ridotto come Tom Hanks in Cast Away (ride, ndr), ma ho preso quello che di positivo si poteva prendere». 

Che sarebbe? 
Mi sono avvicinato alla spiritualità. Mi sento cresciuto, mi sono allontanato da una casa discografica che non mi capiva abbastanza in un momento in cui non sapevo nemmeno io chi fossi e cosa volessi. Ora ho l’esigenza di far sentire le mie nuove emozioni attraverso le canzoni. Ho scritto un po’ di brani. 

Lo ammetta: pure quello per Amadeus?
Ebbene sì, purtroppo scartato. Mi sarebbe piaciuto tornare al Festival di Sanremo. 

Era Everest? 
No. Questo brano è nato giugno, dopo il grande lockdown, quando stava iniziando l’estate ma dentro di me era ancora inverno. Il tema è l’amore: per me amare una persona ha significato dimenticare di amare me stesso. “Io ci sarò e avrò cura di te” è una promessa per chi verrà. Ecco perché il titolo: la vetta più alta del mondo qui simboleggia la vita che va vissuta al meglio. Ed Everest è il primo passo di questa mia nuova fase. 

Da cosa nasce tutto questo? 
Mi sono stancato di indossare una maschera di Bernabei con il ciuffo che sale su un palco. Voglio mostrarmi come sono davvero, umano e con tutte le debolezze. Ho avuto soddisfazioni ma anche dolori e lutti. Ho preso schiaffi.

Lo schiaffo più forte?
Il tradimento di un amico o una relazione amorosa. La carriera ne risente.

Dove è girato il videoclip? 
Nella cava di zolfo di Manziana, in provincia di Roma. Si prestava allo scenario post apocalittico del viaggio che volevamo ricreare.

Le mancano i Dear Jack?
No. C’è stato un riavvicinamento e abbiamo anche provato a riunirci come band. Ma i nostri pensieri musicali sono sempre più diversi. Ci vediamo e ci sentiamo però spesso.

Ha mai pensato al cinema?
Scrivere colonne sonore per i film era il piano B prima di entrare ad Amici. E mi piacerebbe ancora molto. Sognando in grande, scrivere per Tim Burton non sarebbe bello? (Scherza, ndr)

E sognando un duetto? 
Vasco o Jovanotti. Il sogno penso di tutti. E sono fan Salmo. 

Ultimamente si parla di uso smodato di social, Tik Tok in primis. Che pensa?
Penso che possono dare creatività e che possono essere un modo per imparare e arricchirsi. Ma vanno usati con moderazione. La dipendenza è sbagliata. 

Lei è stato dipendente da qualcosa?
Dall’amore. Ho sempre avuto paura dell’abbandono. 

I live le mancano?
Sono ossigeno. Sono vita. Speriamo di tornare a respirarli presto. 



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