Sanremo, le pagelle della seconda serata

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è sanremo-scrittaù.jpg

Queste le pagelle della prima serata, in ordine di apparizione.
    GARA: Gara, quale gara? Quella tra un ospite, un promo, una gag? Quella che alla 22 non era ancora iniziata e che a mezzanotte e venti aveva visto esibirsi solo 6 artisti? Lo spettacolo ok, ma allora facciamo un festival di soli(ti) ospiti. VOTO: 3 AMADEUS: Il bravo presentatore, lungaggini dello show a parte, si conferma anche stasera. Ogni tanto si fa rubare la scena dall’amico, ma è una coppia comica che funziona. Anche l’acqua sputata sull’orecchio, come i ragazzini dell’asilo. Ma lo spirito è proprio quello. VOTO: 7 FIORELLO: Nei panni di Maria De Filippi (pegno per la scommessa fatta ieri) è esilarante, in quelli di ballerino sulle note di Stayin’ Alive è divertente, invoca il premio della Sala Stampa per le sue doti canore e fa il quinto dei Ricchi e Poveri. Entra ed esce quando e come vuole, le chiavi dell’Ariston sono sue. Ma ha promesso che a fine settimana le restituirà, e non tornerà mai più da ospite. Già manca. VOTO: 7.5 PIERO PELU’, GIGANTE – Nonno sì, ma non per questo meno rock.
    E’ la sua prima volta in gara al festival e piazza bene la sua zampata. Però, Piero, il completo che sembra fatto con la plastica raccolta sul lungomare anche no. VOTO: 6.5 EMMA D’AQUINO E LAURA CHIMENTI: Entrambi elegantissime, mantengono il piglio da giornaliste d’assalto anche negli annunci dei cantanti. Relegate a un ruolo ben più che secondario. Spazi ridotti per un monologo sulla libertà di stampa (D’Aquino) e per una lettera alla figlia (Chimenti).
    SENZA VOTO ELETTRA LAMBORGHINI, MUSICA (E IL RESTO SCOMPARE) – La rampolla della casa automobilistica doveva dare una scossa reggaeton all’Ariston. Ma, look a parte, il resto scompare davvero (voce compresa). La twerking queen invece di stregare è rimasta stregata. VOTO: 4.5 ENRICO NIGIOTTI, BACIAMI ADESSO – Ci prova, ma il cantautore toscano rimane intrappolato in un limbo che non sa né di rock né di pop. VOTO: 5 SABRINA SALERNO – Le gambe sono ancora quelle di una volta, ma non si capisce esattamente quale messaggio avrebbe dovuto portare al festival. Spacco inguinale, e poi? SENZA VOTO LEVANTE, TIKIBOMBOM – Sicura di sé, molto fisica, molto teatrale nella sua interpretazione. Il palco è suo e la canzone è bella. VOTO: 7.
    PINGUINI TATTICI NUCLEARI, RINGO STARR – I bravi ragazzi un po’ sopra le righe danno una scapigliata alla platea. L’Ariston non è uno dei palazzetti dello sport che riempiono, ma loro se ne fanno una ragione. VOTO: 7 TIZIANO FERRO E MASSIMO RANIERI – Padre e figlio, artisticamente parlando. Ma Tiziano non è completamente in palla (va meglio quando attacca il suo medley) e Ranieri con la sua Perdere l’amore è una spanna sopra. VOTO: 7 TOSCA, HO AMATO TUTTO – Entra lei, e di colpo si viene catapultati in una magia. La voce di Tosca è una carezza, sostenuta dal piano che l’accompagna. Emoziona, ma chissà se il brano riuscirà a farsi strada anche fuori dal festival. VOTO: 7.5 RICCHI E POVERI – Il momento karaoke per la seconda serata è tutto loro. E se lo sono guadagnato dopo 40 anni che non si esibivano nella formazione originale a quattro. Sanremo ha ricucito dissidi e litigi (e piallato qualche ruga). E la platea agee, tutta in piedi a ballare e cantare, sembra apprezzare molto. VOTO: 8 ZUCCHERO – The soulman sbarca in Riviera. L’ennesimo asso nella manica di Amadeus, gli piace vincere facile, tra vecchi e nuovi brani. Tiziano, Massimo, Adelmo… ma perché per una volta non accettate tutti insieme di fare un festival in gara? Magari chiamiamo anche Gianna, Laura, Lorenzo, Vasco e Luciano. VOTO: 7.5 (e 10 al festival che vorremo) FRANCESCO GABBANI, VICEVERSA – Brano difficile, che merita più di un ascolto. Gabbani lascia a casa scimmie nude che ballano e i maglioncini colorati del passato e si cala – credibile – nel cantautore più intimista. VOTO: 7 PAOLO JANNACCI, VOGLIO PARLARTI ADESSO – Il figlio di Enzo ce la mette tutto, ma il brano non decolla. Intimista, ma poco emozionante. VOTO: 5.5 GIGI D’ALESSIO – L’Ariston gli tributa il giusto omaggio per i 20 anni di Non dirgli mai. Toccata e fuga. E nonostante la lunga carriera alle spalle si emoziona per la standing ovation.
    VOTO: 7 RANCORE, EDEN – C’è lo zampino di Dardust nel brano potente del rapper romano. Si muove bene e con scioltezza sul palco, non canta soltanto, interpreta. VOTO: 7.5 JUNIOR CALLY, NO GRAZIE – Junior 1, polemiche 0. Tanto rumore per nulla. Il rapper arriva sul palco senza maschera e con la giusta emozione. Il brano? Sì, grazie. VOTO: 7+ GIORDANA ANGI, COME MIA MADRE – Cantautrice di razza, ma forse poteva osare. Rimane nell’ambito degli affetti familiari, ma non sembra particolarmente ispirata. VOTO: 6 MICHELE ZARRILLO, NELL’ESTASI E NEL FANGO – Zarrillo versione Mango. Sfida se stesso e la sua storia. Penalizzato sicuramente dall’ora tarda alla quale si esibisce (1.25). VOTO: 6.5.

ansa.it

Torna in alto