“DARIO FO E FRANCA RAME: LA NOSTRA STORIA”, UN BIOPIC IN 25 PUNTATE SU RAI5

In onda dal 13 febbraio la più grande biografia mai fatta in video dei due attori. Jacopo Fo: “Una full immersion nella vita di due persone che ne hanno fatte di tutti i colori”

DARIO FO FBIGE’ la più grande biografia, la prima mai fatta in video, di Dario Fo e Franca Rame, tutta la loro avventura politica, artistica, umana: c’è il loro teatro, ci sono loro, le tante persone con cui hanno collaborato, le tante a cui hanno lasciato un ricordo indelebile. E’ davvero un progetto poderoso questo della Rai che dal 13 febbraio ogni settimana manda in onda su Rai5 (ore 22.15) un biopic della coppia di artisti che ha segnato oltre mezzo secolo di storia culturale e teatrale italiana. Dario Fo e Franca Rame: la nostra storia, come si intitola, ripercorre in 25 puntate da 50 minuti l’una l’intera vita di Dario Fo e Franca Rame.
“Abbiamo montato spezzoni video dei loro spettacoli, cose registrate da noi, gli incontri e le lezioni nei tanti corsi all’Università di Alcatraz, e materiali ritrovati negli archivi Rai, e poi interviste, ricordi di amici e colleghi che hanno lavorato con loro, ritagli di giornale, foto d’epoca. Si parte dal compleanno dei 90 anni di mio padre e poi via via si passerà all’infanzia di Dario e Franca, gli esordi, il successo, la politica, Canzonissima, fino al tempo presente”, racconta soddisfatto Jacopo Fo, il figlio della coppia di artisti, cui si deve l’impegno su una serie di iniziative che tengono viva la memoria degli illustri genitori, dal Museo-Archivio di Verona dove in collaborazione con il Mibact sono conservati tutti i materiali originali del teatro di Fo-Rame alla pubblicazione di libri e inediti, agli incontri che approfondiscono il lavoro di oltre mezzo secolo d’arte, fino alle mostre di quadri, ultima passione di Fo: dal 3 marzo ad Arezzo, dal 23 marzo a Roma a Palazzo Barberini in collaborazione col Mibact seguita da un incontro all’Università La Sapienza.
Jacopo, questo lungo documentario sulla vita dei suoi è un’operazione culturale molto importante.
“Assolutamente. E’ un documentario molto completo. Per me fare queste puntate è stato anche di grandissimo sollievo. Mi sono trovato e ritrovato con amici che mi hanno raccontato storie dei miei genitori incredibili – dice Jacopo – Le più strane, come Minà che mi ha confessato di essersi avvicinato al teatro grazie alle gambe pazzesche di mia madre quando era giovane. Oppure Ornella Vanoni che si è ricordata di aneddoti divertentissimi, o Paola Cortellesi, Lella Costa, Marco Paolini, Renato Pozzetto, Dacia Maraini…. che si vedranno tutti nelle 25 puntate. Per me è stato come fare una full immersion nella vita dei miei”.
Emozionato?
“Diciamo che è stata una botta emotiva. Ma bella, perchè ho visto manifestazioni di affetto dovunque verso Dario e Franca, testimonianze dell’aiuto che hanno date a tante persone, delle tante iniziative messe in piedi… mi ritengo orgoglioso di essere figlio di due persone che ne hanno fatte una più del diavolo”.
Come pensa di gestire questa loro enorme eredità artistica?
“Dario e Franca hanno lasciato un gruppo di persone formate negli anni. Anche con loro proseguiremo nel loro solco. Alcune cose senza Dario e Franca sono impensabili ma, faccio un esempio, al Comune di Milano con cui vorremmo collaborare, così come ad altri comuni, vorremmo proporre iniziative che promuovano l’attività di gruppi artistici indipendenti, di base. Se non fai tanti campi di calcetto come puoi pensare che poi funzioni il campionato di serie A? Così per il teatro, bisogna risvegliare la partecipazione di chi lo fa su territori e in modo indipendente, una vitalità che non ha rappresentanza. La battaglia culturale non è finanziare quello che c’è già ma sostenere quello che non si vede : era questo che facevano i miei. L’esempio è Dario quando organizzò nel 2003 il Carnevale di Fano con mimi, artisti di strada in ogni angolo della città. Intanto, abbiamo fatto anche un canale su you tube, Alcatraz channel, per promuovere in video iniziative e spettacoli di questi artisti”.
Si era parlato anche di trasformare l’appartamento milanese dove abitavano i suoi in una casa museo?
“Vedremo. Ha senso farlo se diventa un centro culturale dove magari organizzare incontri, non certo per far vedere dove dormivano Dario e Franca”.
Progetti in cantiere?
“Oltre alle mostre, abbiamo tanti libri inediti che mio padre ha lasciato. Il prossimo dovrebbe essere quello su Federico Barbarossa e l’assedio di Alessandria, su cui mio padre ha lavorato negli ultimi mesi, anzi il libro su cui ha lavorato più di tutti. Poi ce n’è un altro sulla pirateria, un’ inchiesta su Aldo Moro, due commedie teatrali strepitose, mai presentate. E abbiamo anche sette spettacoli registrati di mio padre e mai andati ancora in onda” .

La Repubblica

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