Nick Jonas-Priyanka Chopra, «amore a prima vista»: giusto sposarsi subito?

«Appena l’ho incontrata, ho capito che era la persona perfetta per me». Il cantante americano e l’attrice indiana si sono frequentati per 7 mesi e poi sono convolati a nozze: atto di fiducia o gesto affrettato?

Esattamente un anno fa, Nick Jonas e Priyanka Chopra erano distanti migliaia di chilometri: lui accoglieva il 2018 con un concerto a New York, mentre lei si divertiva con la famiglia per le vie di Londra. Si erano conosciuti nel 2016 grazie ad un amico in comune, ma a parte qualche uscita pubblica il rapporto non era decollato per colpa dei tanti impegni lavorativi: «Siamo andati insieme al Met Gala 2017 e ci siamo divertiti molto», ha dichiarato lei a settembre durante un’intervista con Jimmy Fallon, «all’epoca eravamo solo amici».

Dodici mesi più tardi, la svolta: lo scorso maggio, infatti, Nick e Priyanka hanno cominciato a frequentarsi davvero e hanno capito di essere fatti l’uno per l’altra. «È stato qualcosa di istantaneo», racconta oggi l’artista a Entertainment Tonight. «Ci siamo accorti che stare insieme era la cosa giusta da fare: vedevo in lei il partner per la vita, una compagna di squadra, una persona con la quale avrei potuto attraversare sia i momenti felici che quelli più complicati», conclude Jonas. «Tutt’ora quando ne parlo arrossisco».

Così, in estate, hanno annunciato il loro fidanzamento ufficiale, e dopo appena 7 mesi di frequentazione sono convolati a nozze. Per alcuni è stato un atto romantico, di fiducia, per altri un gesto affrettato, che avrebbero potuto valutare con più calma, magari dopo un altro po’ di convivenza. Lui, classe 1992, e lei, dieci anni più grande, hanno preferito ascoltare il cuore: si sono sposati in India con una lunga cerimonia che ha mescolato le fedi religiose di entrambi e ha regalato ai numerosi ospiti un weekend di grande festa.

Quindi eccoli apparire in Svizzera, innamorati, per il primo Capodanno insieme. Che è già pure il loro primo Capodanno da marito e moglie.

Nicola Bambini, Vanity Fair

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