SUCCESSO DI DAISY E VIOLA, LE CANTANTI SIAMESI, ALLE GIORNATE DEGLI AUTORI

In gara, applauditissimo, «Indivisibili di Edoardo De Angelis. Protagoniste, le gemelle Fontana. Il regista: «Bravissime. Senza di loro non ci sarebbe stato il film»

indivisibili_marianna_fontana_angela_fontana«Per crescere bisogna farsi del male, rinunciare a un pezzo di sé». Le chiamavano Indivisibili. Come accadde l’anno scorso con Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, l’assenza dal concorso del terzo film di Edoardo De Angelis — in gara, applauditissimo, alle Giornate degli autori — fa discutere. Tutti ma non il diretto interessato. «Siamo felici di essere qui alle Giornate, l’accoglienza ci riempie di gioia, dopo Venezia lo presentiamo a Toronto e al London Film Festival». Le vendite internazionali sono già in corso. Le gemelle siamesi unite dalla vita in giù, Daisy e Viola, che cantano per mantenere tutta la famiglia — interpretate da Marianna e Angela Fontana — non sono fenomeni da baraccone, mostri alla Freaks, racconta il regista di Perez. «In loro vedo due ragazze che cercano la loro strada. Daisy spinta dall’ansia di libertà e avventura, Viola bloccata dalla paura. Lo stesso conflitto interiore che tutti viviamo. Mi piace il fatto che, al contrario dei coetanei, loro due non amino mostrarsi, non vogliano mettersi sotto i riflettori”.
Per Indivisibili (uscirà il 29 settembre per Medusa), scritto con Nicola Guaglianone, De Angelis ha chiamato a raccolta più che un cast o una troupe, un’orchestra. Enzo Avitabile per le musiche, Peppe Servillo, Antonia Truppo, Tony Laudadio, Massimiliano Russo nel cast, Ferran Paredes Rubio alla fotografia. «La musica è la colonna portante del film, il cuore pulsante anche nei momenti di silenzio». Una sorta di jam session girata in luoghi ormai familiari al pubblico del cinema, Castel Volturno e i suoi dintorni. «Location come teatri di posa all’aperto. Luoghi che hanno all’interno della desolazione il loro antidoto: le persone che ci abitano, alcuni sono qui con noi in delegazione, che amano la loro terra e non vogliono arrendersi. Un contrasto tra desolazione e vitalità che mi commuove». Come quella delle gemelle Fontana. «Bravissime. Senza di loro non ci sarebbe stato il film».

Stefania Ulivi, il Corriere della Sera

Torna in alto