Da “Annabelle 3” a “Midsommar”: gli horror da vedere al cinema quest’estate

Il 22 agosto uscirà “Il Signor Diavolo”, il nuovo (atteso) film di Pupi Avati

«Con il caldo l’odore del sangue è più forte». Per la scrittrice Cristiana Astori (l’ultimo romanzo è il thriller vampirico “Tutto quel buio”, Elliot) i film horror non sono adatti soltanto alle nebbie autunnali o estive, ma anche, se non di più, all’estate. «Gli odori, i colori le emozioni: tutto sembra più vivo in estate. Vengono proiettati i film dell’orrore perché considerati di serie B, ma vederli è alternativo e affascinante».E infatti non a caso la terza stagione della serie NetflixStranger Things”, ha debuttato il 4 luglio per farci immergere nella calda estate dell’orrore del 1985. Negli anni Novanta su Italia Uno lo Zio Tibia (nome italiano di Uncle Creepy) passava dal presentare storie horror nei fumetti a fare da anfitrione a pellicole paurose.E, come ogni anno, è interessante il panorama degli horror adesso in sala. “Polaroid” di Lars Klevberg, ad esempio, che mixa macchine fotografiche retro con i fantasmi che le infestano. “Annabelle 3”, di Gary Dauberman ha di nuovo per protagonista una bambola posseduta da un demone, stavolta trovata dalla figlia di una coppia di esperti del paranormale. La vera gemma dell’estate dell’orrore è “Midsommar – Il villaggio dei dannati” diretto da Ari Aster dal 28 in sala.Dani (Florence Pugh), una ragazza statunitense che ha perso tragicamente i genitori e la sorella, per riprendersi dal dolore decide di seguire il suo ragazzo (con il quale è in crisi) Christian (Jack Reynor) e gli amici di lui Mark (Will Poulter), Josh (William Jackson Harper) e Pelle (Vilhelm Blomgren) in un viaggio nel nord della Svezia nella comunità dove è cresciuto Pelle e in cui si celebra uno strano festival estivo.Siamo nei classici “posticini strani” dell’horror secondo la definizione di Stephen King, dove gli incauti che ci vanno raramente fanno ritorno.Aster crea dal nulla una comunità pagana con i propri riti e luoghi sacri. Se il sottotitolo italiano cita un classico film di fantascienza del 1960 (“Il villaggio dei dannati”, appunto), “Midsommar” è invece una sorta di “The Wicker Man” del XXI secolo.Se infatti se nel film del 1973 il poliziotto inglese Neil Howie, cristiano praticante, era scandalizzato dalla comunità pagana di un’isoletta guidata dal carismatico Christopher Lee, i secolarizzati millennials americani accettano abbastanza passivamente le varie stranezze dei locali, come il fatto che due anziani membri si gettino spontaneamente da una rupe (dopo i settantadue anni chi appartiene alla comunità deve morire) o che la sorella di Pelle dia a Christian una zuppa con all’interno alcuni peli pubici per sedurlo.Semmai Jack e Josh litigano fra loro su chi farà la tesi in antropologia sulla comunità. E così si lasciano a poco a poco precipitare nell’orrore. Un orrore alla luce del giorno (nel Grande Nord in estate il sole non tramonta), nel quale domina il bianco dei vestiti dei membri della comunità: insolito, ma forse ancora più spaventoso.E il 22 agosto uscirà “Il Signor Diavolo”, il nuovo film di Pupi Avati che Cristiana Astori ha visto in anteprima per scriverne su “Pupi Avati. Gotico italiano” (Eus) raccolta di saggi sul regista bolognese uscita in occasione dello scorso Fantafestival di Roma. «Sono contenta per il ritorno di Avati al suo gotico rurale di “La casa dalle finestre che ridono o “Zeder”– dice. Questo per me è uno dei suoi film migliori, lontano anni luce da tante pellicole americane “plasticose”: stiamo assistendo alla rinascita del grande horror italiano per mano di un suo autore storico!».

Stefano Priarone, lastampa.it

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