Arbore e la nostalgia per Mariangela Melato

L’immagine del Cavallo di Troia gli sembra esagerata, preferisce quella più modesta di un grimaldello. «Perché in fondo il mio è un ritorno alla chetichella», si schermisce Renzo Arbore alla vigilia del suo debutto su Rai5 («una rete meno importante che però adoro») conLl’arte d’ ‘o sole, un programma in tre puntate (12, 19 e 26 giugno in prima serata) che racconterà sinteticamente di quei 1500 concerti tenuti in giro per il mondo con l’Orchestra italiana.

«Un viaggio a tappe — riprende Arbore — che darà un assaggio dei nostri show allestiti in ogni angolo del pianeta, da Shanghai a New York, dalla Piazza Rossa di Mosca a Chicago, dalla Royal Albert Hall di Londra all’Olympia di Parigi». Tanta musica, dunque, esclusivamente napoletana, «interrotta» di tanto in tanto dagli interventi dell’attore Maurizio Casagrande che leggerà e commenterà i testi di alcuni brani in scaletta, il tutto arricchito da ricordi e aneddoti di Arbore. Che in questo mese di giugno di fatto monopolizzerà il palinsesto di Rai2: il 17 lancerà L’alfabeto di Guarda… stupisci, un dietro le quinte (che procederà di lettera in lettera) della trasmissione con Nino Frassica e Andrea Delogu dello scorso anno. Mentre il 24 — giorno del suo compleanno —, con I’ faccio ‘o show, Arbore si riaffaccerà dagli schermi del secondo canale per far ascoltare al pubblico un concerto dalle atmosfere swing registrato al teatro Regio di Parma.

Per gli Arborigeni, come lo showman definisce i suoi fan, una vera e propria abbuffata di gag e musica in salsa renziana (e qui l’aggettivo si riferisce al nome del musicista e non al cognome di un famoso politico) che però manca di un ingrediente a cui il comandante di Indietro tutta ci ha abituato da tempo: un progetto originale e visionario. «Ma io ce l’ho, ne avevo parlato anni fa con uno dei vertici della Rai, Giancarlo Leone. Al quale l’idea piaceva. Poi è andato via e la mia proposta è finita nel dimenticatoio».

Nel frattempo che i nuovi dirigenti di viale Mazzini la ripeschino, avere un anticipo dal diretto interessato sarebbe stuzzicante: «Dieci anni fa ho realizzato una personale tv via web. All’indirizzo renzoarborechannel.tv si possono trovare spezzoni del meglio della televisione, e non solo». E quale sarebbe il legame tra il suo canale e la tv di Stato? «Semplice: il web è ricco di idee e da lì pesco cose del passato, ma anche del presente, e su Raiplay le somministrerei e le spiegherei al pubblico della tv generalista. Ecco, il mio sogno è quello di celebrare questo matrimonio diventando un video-jockey». Arbore ha già pronto anche il titolo di questo eventuale programma del futuro: «De Gustibus. Destinato perlopiù ai millennial attraverso il quale potrebbero imparare cos’è la tv d’autore».

In fondo qualcosa del genere Arbore l’aveva anticipata con Indietro tutta! 30 e l’ode del 2017, show di Rai2 tra celebrazione e lezione universitaria. «I ragazzi in studio erano interessati a quel patrimonio che ha fatto grande la Rai. Purtroppo i giovani non sanno chi era Walter Chiari, Corrado, Enzo Tortora, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Io vorrei insegnarglielo attraverso De Gustibus. Aspetto che la Rai mi chiami».

Insomma, l’inventore di quindici format di successo è dell’opinione che l’innovazione debba puntare sulle bellezze del passato da recuperare. «Lo posso ben dire io che sono stato un avanguardista, però non nel senso fascista del termine», sorride. E lo è stato senza mai voltare le spalle all’azienda nella quale ha mosso i primi passi di una carriera inarrestabile: «Sono stato corteggiato da Mediaset e all’epoca mi incontrai anche con Berlusconi. Amabile chiacchierata ma rifiutai l’invito». Una vita di soddisfazioni professionali che alimentano ancora il buon umore di Arbore. Che però un po’ si spegne quando si tocca l’argomento amore: «Quello per Mariangela Melato resta nel mio cuore. Più passa il tempo e più si rafforza la nostalgia che ho di lei: è la parte gravemente mancante del mio successo».

Pasquale Elia, Corriere.it

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