(Tiziano Rapanà) L’estate televisiva consegna allo spettatore la certezza della replica mattutina di Don Matteo in onda su Rai 1. E la cosa è dopotutto tollerabile, perché il serial è nettamente preferibile alla monocorde messa in atto della processione culinaria de La prova del cuoco. Tuttavia anche il telefilm presenta un substrato di monotonia, che rivela una natura artistica simile ad una messa cantata rispettosa della sua liturgia. Non a caso, la singola puntata non presenta alcuna trasgressione rilevante a modificare l’architettura del complesso: tutto procede secondo l’ordine prestabilito. Comunque non disturba la ripetitività, seppure ridondante, ma il rispetto della scaletta non regala alcuna magia. Tutt’altro: l’intuibilità delle situazioni suggerisce l’idea di abbandonare la visione del telefilm.
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