“TROPPO NAPOLETANO”, IL FILM DI ANSANELLI PRODOTTO DA ALESSANDRO SIANI
5 Aprile 2016
Lui bambino della Sanità, figlio di un cantante neomelodico. Lei, fanciulla posillipina, figlia di un “gagà 2.0”. Quelli che per molti potrebbero sembrare due mondi agli antipodi, non sono altro che l’inizio di una favola, che ha per protagoniste due facce della stessa città. Nasce qui l’idea di “Troppo napoletano”, film diretto da Gianluca Ansanelli. La pellicola, prodotta da Cattleya e Buonaluna con Rai Cinema, è frutto della prima operazione di “Cattleya Lab” (nato in seno all’omonima casa produttrice), progetto volto a lanciare nuovi talenti cinematografici, il cui direttore artistico è Alessandro Siani. Il comico, attore e regista napoletano, ha seguito ogni scena e location, interamente ambientata a Napoli. Nel cast, tra gli altri, Serena Rossi, Gigi e Ross, Gigi Attrice, Salvatore Misticone, Rosaria De Cicco, Nunzia Schiano, Gianni Ferreri e Giovanni Esposito, con la partecipazione del rapper Clementino. Protagonisti i due piccoli Gennaro Guazzo e Giorgia Agata. La trama ruota attorno al piccolo Ciro (Guazzo), innamorato di Ludovica (Agata), sua compagna di classe. Il ragazzino è così preso, che si fa silenzioso, cupo, rifiuta persino il cibo. Sua madre Debora (Rossi), decide quindi di affidarlo ad un giovane e timido psicologo dell’infanzia (Gigi). Tommaso ha subito un’intesa con Ciro, tanto che decide di aiutarlo a conquistare Ludovica, a patto che poi il piccolo aiuti lui a conquistare Debora. Il film prosegue spedito per 95 minuti, verso l’inevitabile lieto fine, tutto da ridere. “Volevo raccontare – dice Siani – la storia del primo amore di un bambino nato in un quartiere popolare e, attraverso i suoi occhi, scoprire la straordinaria realtà di questa città”. Non c’è trucco non c’è inganno: gli aspetti e le numerose sfaccettature partenopee sfilano, tra un ciak e l’altro: “Si parla – aggiunge Siani – del desiderio di molti napoletani di veder mostrata un’altra Napoli. Ma non esiste un’altra realtà: la verità è che Napoli è unica, siamo noi napoletani ad essere diversi”
Paolo De Luca, La Repubblica
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