Come ti ammazzo il bodyguard 2: l’action demenziale di Ryan Reynolds fa centro

Il sequel arriva su Amazon Prime Video con una carica di follia elevata all’ennesima potenza. E l’arrivo di Antonio Banderas è esilarante

Ryan Reynolds non si batte: si sbaglia chi pensava che avesse toccato l’apice della comicità con Deadpool, anti-eroe dissacrante e politicamente scorretto (ora disponibile su Disney+).

L’attore canadese, infatti, ha continuato a declinare la follia in varie forme, l’ultima delle quali è appena sbarcata su Amazon Prime Video. Si chiama Come ti ammazzo il bodyguard 2: La moglie del sicario e continua a portare la demenzialità sempre a nuovi livelli.

I ruoli brillanti gli calzano a pennello: non a caso Red Notice (su Netflix, con Gal Gadot e The Rock) ha fatto scintille, proseguendo quello che non è più un trend positivo ma una traiettoria ben delineata. In Free Guy (su Disney+) il suo alter ego è un tizio sullo sfondo di un videogame, uno qualunque che nessuno nota, ma fa la differenza perché sa essere gentile e compassionevole. 

Non spintona, non fa la voce grossa, non abbraccia stereotipi da macho/maschio alpha ma condivide la scena, si diverte e si prende poco sul serio (ma sempre con enorme professionalità).

Ecco, allora, che si arriva a Come ti ammazzo il bodyguard 2: un tantino splatter, certo, ma pulita, senza volgarità, una commedia di totale leggerezza. Alterna un umorismo sottile a gag molto fisiche e si avvale di un cast eccezionale.

La guardia del corpo meno affidabile ma più volenterosa del pianeta, Michael Bryce (Ryan Reynolds), si ricongiunge suo malgrado al sicario Darius Kincaid (Samuel L. Jackson) per un bizzarro equivoco. Salma Hayek – strabordante più che mai – interpreta sua moglie e, pur di salvarlo dai guai, ricorre al bodyguard di fiducia.

Un errore di valutazione assolutamente in buona fede scatena una sera d’esilaranti colpi di scena. Ad un certo punto si pensa perfino che arrivi l’incarnazione del Bodyguard per eccellenza, Kevin Costner, ma niente da fare. Il livello di surrealtà tocca vette incredibili per ricongiungere l’ex Gatto con gli Stivali Antonio Banderas con la sua micina rock: accentuando ed estremizzando i cliché latini, strizzando l’occhio al codino di Zorro che gli ha aperto le porte di Hollywood e prendendosi continuamente in giro.

Qui si trovano alla berlina tutte le improbabili trovate che nei canoni dell’action vengono sciorinate per giustificare la non-morte dei protagonisti, le fughe fantasiose e i colpi del secolo.

Dalle esplosioni agli inseguimenti, si va oltre: «Go big or go home», come direbbero gli americani. E, come un giro su una giostra che non vuole finire, lo spettatore si gode ogni singolo momento, lasciandosi trascinare dalla goliardia demenziale di tutta la storia.

Nella trama viene infilato di tutto, dall’infertilità al tradimento, dall’etica sul lavoro alla politica sulle armi. Non si salva proprio nessuno ed è questo il bello: si spara a zero su tutto per poi fare spallucce e dire: «Stavamo scherzando». E in questo ruolo da giullare intelligente – che a tratti ricorda Ben Stiller ai tempi d’oro di Zoolander – ormai Ryan Reynolds è maestro. 

vanityfair.it












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