Diletta Leotta e il monologo sulla (sua) bellezza: «Capita, non è un merito. Ma certo, aiuta»

La conduttrice sportiva risponde ai tanti «sei bellissima» dal palco dell’Ariston. Lo fa prendendo a esempio nonna Elena, 85 anni: «Mi ha sempre detto la bellezza è un peso che con il tempo ti può fare inciampare, se non la sai portare»

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Diletta Leotta, che accompagna Amadeus sul palco della prima serata del Festival di Sanremo insieme alla giornalista Rula Jebreal, ha sceso per la prima volta le scale dell’Ariston in un abito giallo. E al primo cambio d’abito di rito, si è presa la scena. Per un monologo sulla bellezza, la sua. Dopo che il conduttore le ha dato il la, ripetendole (per l’ennesima volta): «Sei bellissima».

«La bellezza capita non è un merito. Certo, aiuta. Se non fossi stata bella, a quest’ora non ero qui», la risposta della conduttrice sportiva, finita solo pochi giorni fa nell’ennesima polemica stavolta firmata Paola Ferrari («È in tv solo per le sue forme»).

La 28enne continua: «Sono una conduttrice, sono conosciuta. Sarei ipocrita a dire che il mio aspetto è una cosa irrilevante». E poi Diletta indica la donna che le ha insegnato come si sta al mondo, nonna Elena, 85 anni e seduta in prima fila. «Mia nonna mi ha sempre detto che la bellezza è un peso che con il tempo ti può fare inciampare, se non la sai portare. Lei era bellissima, e ad 85 anni è ancora pazzesca».

È così bella, ha aggiunto, perché in questo lungo tempo ha incamerato storie da raccontare, ricordi, frammenti. E Diletta vuol far vedere anche l’effetto che farà il tempo sulla sua di bellezza. Lo fa su un monitor che in un paio di secondi porta il suo volto al 2076, all’età della nonna. «Quello che mi interessa è sapere soprattutto se sarò felice», spiega pensando al futuro, «Mia nonna lo è. E ogni sua rughetta racconta cose indimenticabili, quelle intorno agli occhi, per esempio, rivelano quanto ha riso».

E ancora: «Nonna Elena mi ha insegnato a non essere semplicemente bella, ma diversamente bella». La sua ricetta: «Studiare, trovare un lavoro che appassioni, e l’amore giusto. Come era per lei nonno Salvo. Crescendo bisogna solo imparare a regolare il proprio ritmo. Io crescendo l’ho capito: oggi non ho paura, e lo devo a te, nonna».

Diletta Leotta si commuove. E poi chiede alla nonna di soffiare via tutto quel tempo dal suo viso. Dal 2076 siamo di nuovo al 2020, al palco dell’Ariston: «Meno male, nonnina, che mi hai fatto tornare come prima. Se no col cavolo che ero qui!».

Vanityfair.it

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