Sanremo, Facchinetti e Fogli raccontano il loro festival

In gara con Il segreto del tempo. “Il nostro? Amore e amicizia”

Si stuzzicano, si sfottono, si rubano la parola a vicenda, ridono e scherzano chiamandosi a vicenda ‘fratellone’ e ironizzando sugli amori veri e presunti dell’uno e dell’altro. Roby onesto e generoso (“be’, insomma”) per Riccardo; Riccardo uomo d’altri tempi, gentile e galante per Roby “anche se dice che parlo troppo e si offende se non gli lascio spazio”. Due ragazzini, a dispetto dell’anagrafe, nello spirito e nell’approccio alla vita. Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, dopo l’addio alle scene dei Pooh nel dicembre 2016, hanno ritrovato una nuova intesa personale e, soprattutto, professionale. Prima un disco insieme, ora Sanremo con il brano “Il segreto del tempo”, in vista anche alcuni live (per ora il 7 aprile a Milano e il 9 a Roma, ma i progetti per un tour ci sono “perché la verità è che le nostre donne non ci vogliono a casa”). E a sentirli parlare, ci si chiede davvero quale sia il loro segreto. “E’ l’amicizia e l’amore che viaggiano paralleli – racconta Fogli -. E se siamo così uniti e in sintonia oggi è perché abbiamo saputo aspettare e pazientare. Quello che sta succedendo, poteva succedere solo ora”. Ora, dopo che il cantante e bassista nel 1973 lasciò i Pooh scegliendo la carriera solista, per rientrare poi nel 2015 in occasione dei festeggiamenti per i 50 anni della band. E ritrovarsi come 40 anni prima. “Il collante è la musica – incalza Roby -, è grazie a lei che ci siamo ritrovati e che è nata la voglia di fare qualcosa insieme. Quando fai musica non sei mai fuori tempo massimo. Guardate Aznavour… insomma abbiamo ancora 25-30 anni davanti”. Il festival (che Riccardo ha vinto nel 1982 con Storie di tutti i giorni e Roby con i Pooh nel 1990 con Uomini soli) era nell’aria. La canzone scritta da Pacifico (“parla di due amici, c’è molto di noi dentro. chissà che non ci si emozioni sul palco”) era rimasta volutamente fuori dall’album Insieme (uscito a novembre e che il 9 febbraio sarà ristampato in Special Edition per Sony Music). “E’ stato Baglioni a invitarci… due anni fa eravamo andati ospiti con i Pooh – ricorda Fogli -. Ci siamo detti: ‘perché no?’. Dopo 24 ore abbiamo dato la conferma. Ho detto bene, fratellone?”. “Meglio del solito – è la risposta ironica di Facchinetti -. Ci siamo fidati di Claudio, della sua integrità come artista e come uomo. E abbiamo apprezzato il rispetto che ha mostrato verso gli artisti, togliendo l’eliminazione e mettendo al centro la musica e la canzone italiana. Male che va, è stata la nostra considerazione, portiamo una canzone bellissima”. Una canzone che porta ben impresso il marchio Pooh. “Come c’è il segno di Morricone in tutto quello che fa il Maestro, così c’è Facchinetti in quello che fa Roby – commenta Riccardo -. Non si è messo a imitare se stesso”. “Per me è un grande complimento. Il mio modo di fare musica in qualche modo ha creato uno stile, lo stile Pooh. Chiedermi di fare qualcosa di diverso sarebbe impossibile”, aggiunge Roby, interrotto dall’amico che lo bacchetta di ripetere cose già chiare. Sul palco dell’Ariston ritroveranno Red Canzian. “Sia chiaro – dicono stavolta all’unisono – smontiamo la diceria che ci sia ostilità tra noi. La sensazione di ritrovarlo là sarà strana, ma lui è un fratello Pooh e su quel palco non sono in discussione i rapporti umani, fatti di oltre 40 anni di stima, amicizia e rispetto per quello che è stato fatto. C’è solo la musica”. E poi Roby avverte: “con tutti i figli e nipoti dei Pooh in giro, tra qualche anno faremo un festival solo noi!”.

Claudia Fascia, ANSA

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