Samuel dei Subsonica nel nuovo brano ci fa annegare nella “Malinconia”

Il cantante dei Subsonica canta un sentimento “a cavallo tra felicità e tristezza” in questo brano. Una canzone dove si annega il groove elettronico in un mare di sensazioni difficili da definire

Samuel Romano è arrivato in quel posto dove arrivano a un certo punto tutti i cantanti, anche quelli bravi. È un luogo dove si approda quando si è sviscerato ormai ogni sentimento e forse buona parte delle sensazioni “cantabili” in un pezzo. Lì si incontra qualcosa di indefinibile e che forse per questo confonde, un’emozione nuova. Alcuni la chiamano malinconia e hanno il coraggio di raccontarla in una canzone, pur essendo consci di quanto sia difficile farlo. Il cantante piemontese ci ha provato, in un singolo che proprio da quella sensazione dai contorni indefiniti prende il là per cercare altri lidi.

UN MARE DI EMOZIONI

Il pittore romantico Casper David Friedrich ha dipinto forse il quadro che meglio rappresenta la malinconia e lo ha chiamato non a caso Viandante sul mare di nebbia. Niente meglio di un mare, sia esso formato da nuvole o d’acqua, rappresenta quella sensazione di sentirsi piccoli e un po’ persi in un mondo di cui non si vedono ad occhio nudo i confini (se ne esistono). Samuel questo lo sa e non a caso ha infarcito il suo ultimo singolo di metafore che sanno di salsedine, ammiccando nel testo a crociere nel mare di luglio e coste dell’Africa. Un richiamo a un immaginario quasi fuori tempo per un brano che esce il due dicembre, creando un contrasto che non fa che acuire la malinconia che il pezzo trasmette, pur “surfando” su un groove elettronico che l’artista frequenta con successo già dai tempi dei Subsonica.

I’M BLUE

Il nuovo singolo non è un pezzo blues nella sua struttura eppure trasmette attraverso i versi e le parole proprio lo smarrimento intriso di malinconia di quel genere. In inglese si può dire che ci si sente “blue” quando si ha la sensazione di essere un po’ persi come Samuel in questa canzone e forse non è un caso che proprio il blu del mare venga più volte evocato in questo pezzo. Il protagonista di Malinconia quasi annega in un contesto che sembra tutto dipinto dello stesso colore, quasi si trattasse di un quadro di un periodo di Picasso. Al massimo tra l’azzurro del mare e il blu notte del cielo ci sono solo sfumature in questo racconto dove musica e tonalità si incontrano, quasi strizzando l’occhio alla sinestesia o a certe teorie di Vasilij Vasil’evič Kandinskij. Samuel come certi artisti si lascia andare, creando canzoni che sono piccole istantanee scattate con il filtro monocromo: “Le canzoni per me, sono come figli a cui dai la vita e poi le vedi perdersi nel mondo. Un matrimonio tra la tua anima e la tua creatività”, ha spiegato il frontman dei Subsonica presentando la sua ultima fatica. Malinconia è un viaggio che si compie prima di tutto all’interno di se stessi: “È la narrazione di uno stato d’animo a cavallo tra felicità e tristezza, difficile da definire: è un pensiero, un ragionamento, una riflessione, un ricordo. In mezzo ci passano le problematiche legate alla vita di tutti i giorni e al sentirsi come se il tempo ti stia scappando tra le mani, mentre provi a rincorrerlo”. Ha senso che questo brano in grado di legarsi a certe sensazioni evocate anche da una precisa palette cromatica sia uscito “solo”, slegato da un album che già dal titolo appariva antitetico come Brigata bianca. Malinconia è un affresco dipinto in maniera estemporanea da Samuel con la collaborazione di Federico Nardelli e di Colapesce, un collega che già dal nome che ha scelto trasmette il legame forte con un’isola. La voce dei Subsonica non poteva che pescare nel mare le parole giuste per descrivere la malinconia: d’altronde non può essere un caso che abbia chiamato il suo studio e hub multicreativo Golfo Mistico.


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