La saga di Harry Potter condensata in 70 minuti, ecco ‘Potted Potter’, lo show (semiserio e non autorizzato) per tutti

Per la prima volta in Italia arriva l’adattamento di ‘Potted Potter – L’unica esperienza potteriana non autorizzata – Una parodia di Dan e Jeff’, che ha vinto l’Oliver Award, qui nella versione con Davide Nebbia e Mario Finulli. L’intera saga di Harry Potter, il maghetto creato dalla scrittrice J. K. Rowling, è un concentrato (non autorizzato dall’autirce) di divertimento

Si preannuncia un caso curioso questo Potted Potter che, dopo un intervallo a rischio oblio, riporta alla ribalta il celebre maghetto di J. K. Rowling, anche se in una combinazione più comica che magica. Potted Potter è infatti un family show, un divertissement: i sette libri della saga magica stracult, compressi e sintetizzati in 70 minuti semiseri di teatro, giocando sia coi personaggi che con il clima surreale di mostri, babbani, cappelli parlanti horcrux e via dicendo.
Un materiale ricco e divertente, di gag e trucchi magici, battute per bambini e per adulti, che ha fatto il giro del mondo, dal Fringe del festival di Edimburgo all’Australia, si è guadagnato una candidatura agli Olivier Awards e ora approda per la prima volta a una versione italiana con Davide Nebbia e Mario Finulli che debutta a Milano, al Teatro Leonardo il 12. “Lo show è una parodia non autorizzata di Harry Potter, non autorizzata dalla Rowling, si intende – spiega il regista Simone Leonardi – L’autrice però non ha nemmeno messo i bastoni tra le ruote, dunque si può intendere come un benestare, tanto che una sua caricatura apparirà anche durante il nostro spettacolo”.Potted Potter è in scena dal 2007, ideato da Daniel Clarkson e Jefferson Turner e diretto da Richard Hurst ma nella sua prima forma risale al 2005 quando Dan e Jeff, due comici inglesi molto amati, s’inventarono una performance di strada di cinque minuti sui primi cinque libri della saga di Harry Potter. Nella versione italiana, prodotta dalla Show Bees di Marzia Ginocchio e Gianmario Longoni, che girerà fino ad aprile tra Mantova, Genova (il 27 febbraio), Varese, Firenze e Bologna, è stato fatto “un lavoro chirurgico per la traduzione, per renderla il più vicino possibile al gusto italiano, un po’ surreale, un po’ Stefano Benni, con uno stile buffo e divertente”, spiega ancora il regista. La struttura dello show è semplice: gioca sul teatro nel teatro e sule due figure del clown bianco e l’Augusto, il buono e il cattivo, il giusto e il guastatore, con il primo che è un attore bravo pronto a mettere in scena il maghetto in quello che pensa sia un grande kolossal di lusso, e l’altro che ha sperperato tutto e ora deve salvare capra e cavoli inventandosi il modo di interpretare tutti i personaggi e di creare delle scenografie adeguate, compreso il castello di Hogwarts.
Chiaro che la riuscita dipende molto dai due attori-comici che li interpretano e che sono Davide Nebbia e Mario Finulli il primo nei panni di Harry Potter, il secondo in tutti gli altri, dagli amici Ron e Hermione a Albus Silente, Severus Piton, Minerva… “Io interpreto il nerd, fan sfegatato di Harry che decide di mettere in piedi lo spettacolo e ha in mente tutto gli effetti speciali che ha letto nei libri della Rowling, ma lo spettacolo prenderà un’altra piega e da lì iniziano vari problemi”, spiega Davide Nebbia, 32 anni, sui palcoscenici dall’età di 15, attore e aiutoregista di Duccio Camerini, perfomer nei musical della Compagnia della Rancia, regista al Teatro Brancaccio di Roma.

Nella vita reale, il fan sfegatato del Maghetto è però Mario Finulli, 27 anni generazione Potter, conosce tutti i libri della Rowling che ha letto e riletto. “Non sarò Harry ma interpreto qualcosa come 360 personaggi della saga: perché nei nostri 70 minuti ci sono gli allievi – maghi ma anche gli amici, i gufi domestici, le creature magiche e ovviamente i cattivi. Anzi, un momento veramente importante sarà lo scontro del quarto libro tra Potter e Voldemort risorto, con la lotta di bacchette, quando per la prima volta nella saga si affronta il tema della morte”, spiega Finulli, una lunga collaborazione con Mario Zucca, molti musical ma anche una laurea in giurisprudenza. Per fare cosa? “Mi serve quando firmo i contratti”.

Anna Bandettini, Repubblica

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