La Premier League ridiscuterà i proventi Tv dopo 25 anni

Le 20 squadre della Premier League si riuniranno a Londra per discutere della ripartizione dei ricavi provenienti dai diritti Tv. A suo modo è un evento epocale perché le Big Six del torneo (Arsenal, Chelsea, Liverpool, i due Manchester e il Tottenham), spingerebbero verso una divisione diversa dei proventi, con una maggiore incidenza delle piazze più importanti. La divisione equa dei diritti in Premier è stato a lungo un caso studio, una strada attraverso cui è stato possibile rendere competitivo il torneo innalzandone l’interesse globale. Maggiore competitività anche delle piccole uguale maggior equilibrio di tutto il campionato. I diritti Tv vengono attualmente ripartiti in maniera uguale per circa il 50% con il restante deciso in base al merito, che fa riferimento anche al numero di passaggi televisivi di ogni club. La Premier League distribuisce in parti uguali anche i ricavi internazionali, modalità che permette di rendere maggiormente equa la suddivisione. Quello di oggi a Londra sarebbe quindi l’incontro più importante nella storia della Lega dalla sua creazione nel 1992.

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Al centro del dibattito, che si concluderà con un voto da parte di ogni rappresentante delle 20 squadre attualmente impegnate in Premier, ci sono soprattutto i proventi derivanti dalle aree d’oltremare. Il segmento in oggetto è letteralmente esploso negli ultimi anni, raggiungendo la cifra di circa 1.3 miliardi di dollari. Al momento ogni squadra ne riceve una fetta uguale ma i 6 club più importanti del torneo stanno cercando di proporre una nuova formula, che permetta loro di avere un margine più ampio sui miliardi provenienti dall’estero. La tesi delle 6 squadre principali è che i nuovi mercati stiano fiorendo soprattutto grazie a loro: la nuova proposta prevede che il 35% delle risorse televisive venga ripartito a seconda del piazzamento in campionato. Sulla base delle cifre dell’anno scorso, il piano di Scudamore avrebbe aumentato il guadagno del Chelsea in quanto campione della Premier – e diminuito conseguentemente quello del Sunderland ultimo – di oltre 12 milioni di sterline. Le offerte per i prossimi tre anni – dal 2019 al 2021 – vanno avanti, mentre sono già state concordate quelle per i mercati di Brasile, Cina, Africa subsahariana e Stati Uniti, con un valore cresciuto del 1.000% per il mercato della Cina. Negli ultimi 25 anni la maggior parte delle fonti di reddito per i club è stata rappresentata dai diritti nazionali ma, con gli analisti che prevedono un aumento sempre più modesto già dal prossimo anno, i diritti internazionali sono la fetta più ambita.

La nuova formula è stata discussa lungo un mese di incontri, permetterà a 13 club di avere una parte più importante dei proventi ma per essere approvata avrà bisogno di 14 voti. La proposta, attentamente formulata di Richard Scudamore, potrebbe essere respinta se la maggioranza delle squadre non sono disposte a rischiare un pagamento più basso di quello attualmente ricevuto. Il voto arriva in un momento critico per la Premier League, che si sta preparando a pubblicare in questi giorni l’ultima gara per i diritti Tv interni, attualmente valutata 5,1 miliardi di sterline (6,75 miliardi di dollari), con un contratto triennale tra Sky e Bt. Questa cifra è stata un sorprendente aumento del 70% per cento rispetto al precedente accordo.

Rivistastudio.com

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