Venezia pazza per Zucchero
Il musicista di Roncocesi col tarlo della ‘black music’ ha dimostrato di aver quasi raggiunto una piena maturità sia per la raffinatezza e il gusto, ricco di sfumature soul che hanno guidato la mano poetica del concerto apertosi con ‘Partigiano reggiano’. E qui come in ’13 buone ragioni’ Zucchero ha rimarcato di possedere non solo il senso del ritmo, dell’istintività scenica e gestuale, della passionalità- appunto il soul – ma ha rivelato anche, soprattutto, la capacità di mescolare sacro e profano.
“Faremo un bel viaggio a ritroso, di un bel po’. State tranquilli, dopo scateneremo un inferno” ha esordito Mr Soul, introducendo ‘Con le mani’. E poi rilanciando con ‘Non ti sopporto più’. Non ha avuto alcuna remora a ripetere per l’ennesima volta la vecchia sana lezione del rock bagnato alle fonti del suono nero americano, umido di rythm’n’blues e gospel elettrificato. Non un caso, quindi, la presenza accanto ai 12 strumentisti, vecchi compagni di scorribande delle sette note e di ottima stagionatura del loro consumato mestiere, di Cheryl Porter & Alleluiah Gospel Singer, uno degli ospiti insieme a Tomoyasu Hotei.
Quello di Zucchero è stato un diario musicale ricco di appunti rubati alla ‘notte nera’, piccoli rimpianti (‘L’anno dell’amore’, ‘Un’altra storia’), ricordi infantili (‘Diamante’, ‘Chockabeck’, ‘Pane e sale), sogni impossibili (‘Dune mosse’) romantiche evasioni (‘Così celeste ‘ ‘Overdose d’amore’) e sensuali fantasie (‘Diavolo in me’ ‘Vedo nero’, ‘Con le mani’), ma anche di denuncia (‘Madre Dolcissima’ , ‘Hey lord’). Testi, a tratti, vagamente surreali e ritmi scatenati (in primis ‘Baila’ e ‘X colpa di chi?’) si sono mantenuti in magico equilibrio, amalgamandosi negli elementi stilistici, nelle sue varie sfumature, provenienti da territori culturalmente distinti e ben lontani dalla terra natia del cantautore. Eccezione per ‘Miserere’ eseguita con un duetto virtuale con l’amico scomparso Luciano Pavarotti. E la piazza si è alzata rendendo omaggio al tenore con un lungo e spontaneo applauso. È, forse, questa la sintesi delle capacità di Zucchero: musicalmente elegante senza essere elitario, sa entrare nelle discoteche, nell’easy listening più raffinato, nelle case dei buongustai della musica più esigente con la stessa disinvoltura.
Basta osservare il suo pubblico a Venezia, dove ha contaminato anche l’anima dei giovani con il suo sound ‘antico’: nella struttura tipicamente anni Sessanta, moderna bei suoni, negli arrangiamenti, nello spirito ironico che aleggia in continuazione tra la musica in vena di nostalgie da scavare. La ‘carovana’ R&B proseguirà col suo ritmo ben marcato in altre 13 città di mezza Europa fino a fine luglio. E in ognuna di esse appoggerà il cappello sull’asta del microfono.
Raffaele Cesarano, ANSA