Memo Remigi: “Ironia, musica e pure ballo. La mia nuova vita a 83 anni”

Ha compiuto 83 anni l’altro giorno eppure è appena(ri)nato. Il Memo Remigi di oggi non è più soltanto quello di Innamorati a Milano e di altre canzoni «da tagliarsi le vene» (ipse dixit). È un intrattenitore puro, neanche tanto vecchia scuola, e comunque brillantissimo come si vede a Propaganda Live su La7 e a Oggi è un altro giorno su Raiuno con Serena Bortone. O come si ascolta nel suo nuovo singolo Comoshapira, un reggaeton condiviso con il rapper Nartico: «Volevo un Memo Remigi da ballare e vedo che lo streaming va benissimo». Una rinascita dopo decenni di ballate d’amore.

La rifondazione di Memo Remigi.

«Sono sessant’anni che faccio questo mestiere, ho cantato anche nei pollai».

Il suo nuovo biglietto da visita?

«Mi piace trovare ed esaltare l’ironia».

Ma lei è sempre stata una persona scherzosa e ironica.

«Mi dispiace però che per tanti anni sia la Rai che Mediaset mi abbiano sempre chiamato come il Memo Remigi che cantava Innamorati a Milano in giacca e cravatta. Io sono quello, ma non solo».

E si vede.

«Un po’ del merito è di quei pazzi di Propaganda Live che mi hanno tolto il guscio».

Propaganda è un programma molto schierato, anche politicamente. E lei, quando si candidò per l’Udc nel 2013, non era schierato da quella parte.

«Quella fu una candidatura che mi offrì Casini per dare una mano ad Albertini. Ma a Propaganda non mi hanno mai chiesto nulla. Loro sono di sinistra fino al midollo ma sanno prendersi in giro e riderci su».

Si è visto nello sketch del vaccino.

«Mi hanno accompagnato a fare il vaccino e poi mi hanno intervistato il giorno dopo. Allora come è andata? E io: Mi sono svegliato rinvigorito, mi sono tornati i muscoli e ho anche avuto un risveglio sessuale come mai da anni. Poi alla seconda dose, mi hanno filmato mentre ero in attesa di fianco a una signora molto anziana alla quale ho confidato di aver avuto l’alzabandiera. Beato lei mi ha risposto. Tutto improvvisato ma con garbo e rispetto eh».

Prima della pandemia, Memo Remigi suonava nelle case di riposo.

«Detto così sembra una roba nostalgica. In realtà no. Andavo in quelle strutture con i miei musicisti per cantare con loro e farli cantare, non per il solito concertino sterile».

A metà degli anni Sessanta ha scritto «Io ti darò di più», con la quale Orietta Berti è esplosa al Festival di Sanremo.

«La canta anche Ornella Vanoni ma quella canzone è un cavallo di battaglia di Orietta».

La Berti è stata una delle protagoniste dell’ultimo Festival di Sanremo. Lei ci tornerebbe?

«Con la canzone giusta sì».

E quale sarebbe?

«Un brano che diventasse un incentivo per gli anziani. Nel mio piccolo, sto dimostrando che a 83 anni si può ancora fare la ruota e che non ci si deve rassegnare alla solita frase sono troppo vecchio per farlo».

Con la sua esperienza può improvvisare quel che vuole.

«L’altro giorno nel programma di Serena Bortone ho improvvisato un pezzo al piano durante la diretta della commemorazione per Carla Fracci. Memo, ti viene qualcosa?. Ho improvvisato una mia vecchia canzone: Vado via, ma il cuore lo lascio a te».

«Amore romantico» del 1971, mezzo secolo fa.

«Mi è tornata in mente e stava bene in quel momento straziante».

Memo Remigi ha fatto anche tanta tv. Con tanti colleghi. E persino con Topo Gigio.

«Quel programma era L’inquilino del piano di sotto e andava bene. Gli spettatori di allora sono diventati grandi e, quando mi incontrano per strada, magari sono con i loro figli. Qualche volta mi chiedono di imitare Topo Gigio (lo imita ed è uguale – ndr). Loro si divertono ma ai loro figli sembro un marziano… Però è bello attraversare il tempo conservando le generazioni del proprio pubblico».

Nel video di Comoshapira si lancia addirittura in un balletto.

«Ho visto che in rete andava forte il balletto andava forte un balletto di Gianluca Vacchi con il suo cameriere e ho provato a rifarlo a modo mio».

Potrebbe candidarsi alla nuova edizione di Ballando con le Stelle.

«Milly Carlucci mi ha detto che sono il primo della lista ma poi non l’ho più sentita. Se mi chiama, arrivo ballando!».

Paolo Giordano, ilgiornale.it

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