Penelope Cruz, 50 anni: il segreto del suo ringiovanimento sono gli ormoni bioidentici

Il 2024 sembra essere l’anno dei 50 anni, portati con grazia, dalle star che abbiamo ammirato nel corso del tempo per il loro talento e per il loro stile di vita invidiabile. Da Victoria Beckham, che ha saputo evolversi dalla Posh Spice a una elegante icona di moda e bellezza con il suo brand omonimo, mentre cresceva quattro figli con il marito David; a Eva Mendes, nota per aver conquistato il cuore di Ryan Gosling e aver scelto di dedicarsi alla famiglia rinunciando alla recitazione e alle pressioni del glamour di Hollywood. Lo ha recentemente rivelato in un’intervista al Today Show.

E poi c’è Penelope Cruz, definita dal Daily Mail una sirena che sembra invecchiare al contrario, raggiungendo i 50 anni mantenendo lo splendore che aveva a 30. Qual è il suo segreto? Lo abbiamo scoperto da un’intervista rilasciata nel 2021 a Elle, dove ha confessato che la sua ossessione per la bellezza risiede negli ormoni bioidentici. “Leggo costantemente su nutrizione e medicina, soprattutto per quanto riguarda gli ormoni. Ho imparato così tanto dagli esperti come Habib Sadeghi, Nigma Talib, Valentín Fuster e Dominique Fradin-Read, e sono grata per la loro incredibile conoscenza”, ha dichiarato Penelope. La Cruz abbinerebbe gli ormoni bioidentici a una dieta sana, creme viso, attività fisica quattro volte a settimana e otto ore di sonno per notte per sfidare il passare del tempo.

Sembrerebbe che gli ormoni bioidentici siano diventati un “must” a Hollywood, usati dalle star come terapia anti-invecchiamento per mantenere una pelle luminosa e l’energia di quando avevano trent’anni. Persino Oprah Winfrey ne è una sostenitrice e sul suo sito scrive: “Dopo un giorno di estrogeni bioidentici, ho sentito come un velo si alzasse”. Tuttavia, quando Suzanne Somers, ex star di sitcom, nel 2006 ha pubblicato un bestseller sul tema, “Ageless: la nuda verità sugli ormoni bioidentici”, celebrando l’impatto positivo di questi ormoni sulle donne in menopausa, alcuni medici, tra cui tre citati nel libro, hanno espresso critiche.

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