Molestie: gli editori snobbano le memorie di Woody Allen. Altro effetto di #MeToo

Lo rivela il New York Times. Amazon aveva rotto l’accordo con lui per quattro nuovi film

Dopo Hollywood, anche il mondo dell’editoria volta le spalle a Woody Allen. Quattro grandi case editrici americane hanno respinto il manoscritto della prima autobiografia del regista. “Sarebbe stata una operazione troppo pericolosa ai tempi del #MeToo”, hanno spiegato al New York Times, che ha appena pubblicato una lunga inchiesta sui destini di Woody.

Ne esce fuori una immagine impietosa: come una delle vittime più illustri – “e ormai senza più futuro”, dice Tim Gray, vicepresidente di Variety – della rivoluzione nelle sensibilità americane su abusi e comportamenti sessuali.

Dylan Farrow, figlia adottiva di Woody e dell’attrice Mia Farrow, ha accusato il padre di averla molestata nel 1992, quando aveva appena 7 anni, toccandola in modo non corretto. La madre Mia ha preso le difese della figlia, il fratello quelle del padre. Da una inchiesta non è emerso alcun abuso, ma l’intera vicenda – ai tempi del #MeToo – ha sollevato vecchi sospetti e portato molti attori, produttori (e ora anche editori) a prendere le distanze dal regista.

Il colpo più duro è venuto dalla Amazon di Jeff Bezos che ha annullato un contratto per quattro film, tra cui A Rainy Day in New York: Woody Allen ha fatto causa, chiedendo un risarcimento danni di 68 milioni di dollari, ma intanto la produzione è ferma. Molti attori famosi hanno espresso “rammarico” per aver recitato in alcuni suoi film.

A Broadway è stata annullata la versione teatrale di un suo film. E ora arriva l’ultimo schiaffo: quello dal mondo dell’editoria, a cui Woody, da sempre scrittore e intellettuale, ha sempre tenuto molto.
Perché quattro grandi case editrici hanno respinto il manoscritto, come ha scritto il New York Times? Non si fidavano della “auto-verità” di Woody Allen? Probabilmente si sono convinte che il gioco era troppo rischioso.

L’autobiografia rischiava di finire nel mirino di un boicottaggio. Non ci sarebbero stati né premi letterari né interviste legate alla promozione del libro. Di qui il no corale.

Certo, non è escluso che Woody abbia già contattato altre case editrici, magari più piccole o straniere, ma intanto paga il prezzo di questa ennesima umiliazione. Un prezzo che potrebbe durare a lungo: per lui non si intravedono opportunità professionali nei prossimi anni.

Anche se poi, in un futuro lontano, il pendolo potrebbe tornare dalla parte di Woody Allen. “A Hollywood piacciono i ritorni sulla scena di personaggi leggendari, umiliati da vicende personali” ricorda Tim Gray, citando Ingrid Bergman, Charlie Chaplin ed Elizabeth Taylor.

Arturo Zampaglione, la Repubblica

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