Moonlight, una prima tv da Oscar

Moonlight, una prima tv da Oscar

La pellicola diretta da Barry Jenkins ha ottenuto tre Oscar per il Miglior film, per il Miglior attore non protagonista e per la Miglior sceneggiatura non originale. Dall’infanzia all’età adulta, la storia di Little, un omosessuale di colore che combatte per vivere liberamente la sua sessualità in un quartiere machista e povero di Miami. Appuntamento, in prima tv, questa sera 4 marzo alle 21.45 su Sky Cinema Oscar. A seguire, alle 22.50 la diretta della Notte degli Oscar.
Quanto è difficile essere neri, poveri e vivere ai margini, come capita al protagonista di Moonlight di Barry Jenkins. Film duro, poetico sul disagio di crescere in un luogo, come la periferia di Miami, dove i modelli in cui identificarsi sono tutti negativi: spacciatori di droga, escort e machi disadattati. Ma nel film anche l‘amicizia e l’amore, nelle sue diverse forme, anche quella omosessuale, che non manca di nascere ovunque. Moonlight racconta, in tre capitoli, la vita dall’infanzia all’età adulta di Trevante Rhodes detto Chiron, silenzioso ragazzo di colore, interpretato, nelle diverse età, da Ashton Sanders, Alex R. Hibbert e Trevante Rhodes. Un ragazzo che ha una madre, Paula (Naomie Harris), drogata e prostituta a tempo pieno. Un ragazzo troppo sensibile, oggetto di mobbing tra i compagni che lo vedono come una femminuccia. Ora, in questo luogo di periferia, Chiron, non si sa perché, suscita la simpatia di Juan (Mahershala Ali) uno dei tanti pusher della zona che inizia a crescerlo a modo suo. Così il ragazzo si trova a dividere il suo tempo con la madre quasi assente e la presenza sincopata di Juan e la sua compagna Teresa (Janelle Mone).
Moonlight, diretto e co-sceneggiato da Barry Jenkins al suo secondo lungometraggio dopo Medicine for Melancholy (dramma romantico nominato per tre Indipendent Spirit Awards) ha ottenuto tre Oscar come Miglior Film, miglior attore non protagonista e migliore sceneggiatura originale. Inoltre è il primo film a tematica LGBT ad ottenere questo riconoscimento, nonché il primo con un cast totalmente composto da afroamericani, e il secondo per l’incasso più basso (dietro The Hurt Locker che vinse nel 2010. È considerato dalla critica cinematografica uno dei film migliori della storia.
”Nel film – ha avuto modo di affermare il regista – c’è la difficoltà di Chiron di elaborare le diverse esperienze d’amore. Mi sono avvicinato ai temi della sessualità nel film facendomi sostenere e attraverso il prisma dell’empatia. Non conosco direttamente che cosa significhi essere un gay nero in America, una cosa invece che conosce bene Tarell Alvin McCraney (autore dell’opera teatrale In Moonlight Black Boys Look Blue da cui è tratto il film). In una prospettiva ideale, quando le persone vedono questo film e passano così un po’ di tempo con questi personaggi hanno la possibilità di diventare empatici con loro. Un modo per capire meglio, in tutte le sfumature, cosa significa sia essere neri in America, sia neri e poveri in America e sia essere gay in America. Una delle cose più belle di questo film è che ti fa entrare nei personaggi, ti fa vedere le cose con i loro occhi”.

Skytg24

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