Sgarbi ha ragione: non tramonterà

(Tiziano Rapanà) Giovedì sera, nella Piazzapulita di La7, Vittorio Sgarbi ha fatto il suo solito casino. Nulla di male, anzi: ce ne fossero di rissaioli impenitenti come lui, che attirano l’attenzione e alzano sistematicamente lo share della puntata. Noi, semplici telespettatori dalle poche pretese, accogliamo con gioia il momento della telerissa. E, in particolar modo, la telerissa sgarbiana che è creativamente superiore alle altre presenti nei programmi tv. Personalmente ne ricordo una gustosissima risalente a dieci anni fa, durante la Buona Domenica di Cesare Lanza, condotta da Paola Perego, dove Sgarbi battibeccò con Rocco Casalino il quale, incapace a ribattere alla verve di Sgarbi, si limitò a ripetere: “Mercenario, mercenario, mercenario!”. Bei tempi quelli. Televisivamente parlando intendo: c’era ancora Cucuzza alla Vita in diretta, c’erano programmi come La Talpa e la tv portava in dote sceneggiati diretti da quella straordinaria – quanto sottovalutata dai critici – eminenza della regia quale Salvatore Samperi. Erano anni straordinari – sempre televisivamente parlando – anche per Sgarbi: com’erano belli i tempi della querelle con Cecchi Paone, nata su La7 durante Markette di Chiambretti, proseguita da Gigi Moncalvo nella bella trasmissione Confronti (se non rammento male, andava in onda il giovedì in seconda serata su Rai2), e poi ultimata a Buona Domenica. Purtroppo la tv non è più vivacemente bella come allora, nonostante la mole imponente di canali. Comunque ritornando al casino di giovedì, la telerissa ha scatenato un furente Adriano Celentano che, sulle colonne del Fatto Quotidiano, ha redarguito la maleducazione di Sgarbi e poi ha concluso con un (grossomodo): “Se continui così, non ti chiameranno più in tv”. Sgarbi, su Il Giornale, gli ha risposto. E, sorvolando sulla sequela di insulti, la cosa che mi ha colpito è stata questa frase perentoria: “Io non tramonto!”. Ossia, io non sparirò dalla tv. La cosa non mi stupisce, Sgarbi non è nuovo a queste uscite. Già, nel 2008, durante Festa Italiana (trasmissione dell’allora pomeriggio di Rai1, condotta da Caterina Balivo) egli candidamente affermò: “Io ci sono e ci sarò”. La frase mi ritornò in mente, nel 2011, durante un seminario universitario dedicato alla comunicazione televisiva. Il professore, durante la sua lezione, ci disse questo: “Ragazzi, nell’era Monti (la frase va contestualizzata nella precisa fase di entusiasmo  generale – soprattutto mediatico – per la sommessa comunicazione dell’allora premier Monti), un certo tipo di fare tv è finito. Avete visto Sgarbi? Ormai non funziona più: quel modo di fare tv urlato e volgare è morto”. All’epoca quasi tutti gli demmo ragione: “Sgarbi è finito”, pensammo e commentammo noi ragazzi. Non capimmo nulla, anche se ve l’ho già detto quel “io sono e ci sarò” mi balenò in mente a mo’ di fumetto: chiaramente ebbi dei dubbi: “Sgarbi fuori dalla tv – dissi tra me e me – è possibile, è ipotizzabile?”. Ovviamente, no. Ed infatti ecco Sgarbi più di prima e meglio di prima in tv. C’è poco da fare, ha ragione lui: non tramonterà. Lui c’è e ci sarà. Anche dopo, aggiungo, grazie a Youtube che conserverà le sue irresistibili performance.

P. S. Scrivetemi, tizianodecoder2@gmail.com

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