Vasco al Modena Park, una favola: il racconto dell’evento leggendario

L’entusiasmo dei 220.000 spettatori per il concerto che ha battuto tutti i record e festeggiato i 40 anni di carriera del rocker di Zocca

Il boato esplode alle 21 in punto con lo spettacolo megadigitale dedicato al tramonto, un sole gigantesco che viaggia fra gli schermi dell’immenso palco, le note di Strauss e migliaia di smartphone che registrano e fotografano questo momento. Poi arriva lui e il boato deflagra lungo la via Emilia.

L’EVENTO

Atmosfera speciale con quell’incipit travolgente di Colpa d’Alfredo, omaggio alla sua terra, alle origini e l’immagine del Blasco con il giubbotto di pelle gialla che invade lo screen, generoso anche con i più lontani. È il preludio di uno show che Vasco Rossi, 65 primavere di talenti, in formissima con le sue 70 ore di prove, onora alla grande. «Un concerto contro la paura, per la gioia. Il locale è pieno, bene!», aveva detto appena sceso dall’elicottero decollato da Rimini. «Ciao a tutti, vi hanno controllato? Benvenuti nella leggenda, nel concerto che non avrà mai fine, nel record mondiale!»: inevitabile l’apoteosi.

LO SHOW

Lo schermo è spettacolare, Vasco è enorme, e lui come se fosse accanto a ognuno dei 220 mila, affatto stipati e ben distribuiti nel parco: tanto tanto spazio come aveva chiesto lui. Pubblico da stadio, «alè alè oh-oh, Vascò», e poi striscioni e ancora striscioni «e poi ci ritroveremo come nelle favole», «Vasco è l’unica fede, bastardo cui non ci crede», e migliaia di braccia alzate per rilanciare le strofe più amate (tutte!).

LA FAVOLA

Lo spettacolo è imponente, la regia incalzante, la band sincrona al rocker di Zocca, il cielo azzurro e il crepuscolo che preannuncia altre 39 emozioni di una scaletta concertata con il produttore artistico Guido Elmi («peccato solo per l’assenza di Vado al massimo, ma non si potevano cantare tutte e 200, ci vorrebbero due giorni»). Ma il Komandante andrà ugualmente al massimo, fino alla fine, per una cavalcata antologica memorabile. Il pubblico lo sa, ondeggia, canta, balla, ride e sorride perché i live di Vasco sono e sono sempre stati così: gioia e contentezza. Sotto il cielo di Modena la sua storia, il suo popolo transgenerazionale: genitori, figli, nipoti. Tutte le hit, l’amico Curreri per un cameo al pianoforte, Solieri e Braido chitarre guest, e il finale col trittico, potente e travolgente, che con Siamo solo noi, Vita spericolata e Albachiara chiude, come tutti sanno e di aspettano, anche la favola di questo primo luglio: un brivido sopra la follia, come del resto è la vita (cit. Vasco Rossi).

Corriere di Bologna

Torna in alto