‘Juliet, naked’, un album, un rocker e un fan sfegatato nel film tratto da Nick Hornby

Ethan Hawke è un musicista alla deriva nella commedia dal romanzo ‘Tutta un’altra musica’, con Rose Byrne e Chris O’Dowd. In sala dal 6 giugno

Dopo l’Arsenal, la musica è la grande passione di Nick Hornby. Nelle pagine dei suoi romanzi, tra le relazioni disastrate dei suoi personaggi, scorre costantemente una colonna sonora con rimandi a brani, storiche band oltre alle celebri “top five” della vita, le classifiche delle migliori canzoni per ogni circostanza, tormentone di Alta fedeltà (1996). La musica, un album in particolare, è ancora protagonista in Juliet, naked il romanzo del 2009 (in Italia edito da Guanda con il titolo Tutta un’altra musica) diventato un film diretto da Jesse Peretz e interpretato da Rose Byrne, Ethan Hawke e Chris O’Dowd, in sala dal 6 giugno con Bim Distribuzione. Una commedia sul desiderio di cambiare vita e la ricerca di un’altra possibilità da parte di un ex rocker, un suo fan di vecchia data e la sua compagna. Colin Firth, John Cusack e Hugh Grant sono stati i protagonisti dei film tratti dai bestseller di Hornby, dal cult Febbre a 90 (Fever Pitch, 1990) in cui racconta la sua passione per il calcio e per l’Arsenal, al negozio di dischi in cui è ambientato Alta fedeltà (2000) diretto da Stephen Frears e About a boy (2002) dove abbondano le citazioni musicali, compresa la famosa “Nessun uomo è un’isola” di Jon Bon Jovi e che culmina con la straziante versione di Killing me softly nel duetto dei due protagonisti. Questa volta a imbracciare una chitarra e cantare un intero album è Ethan Hawke nei panni di Tucker Crowe, un musicista rock che, dopo un disco di grande successo, Juliet, dedicato alla fine di un amore, scompare misteriosamente dalle scene. Tucker si è ritirato a vita privata e dopo una serie di figli avuti da quattro donne, lo ritroviamo invecchiato nel garage di una sua ex, a nord di New York, dove si occupa del figlio più piccolo, Jackson.Dall’altra parte dell’oceano a Sandcliff, una tranquilla cittadina inglese, Annie gestisce il piccolo museo ereditato dal padre e vive da quindici anni con Duncan, docente universitario, una convivenza tranquilla se si esclude l’esagerata passione di lui per un album, Juliet, e per le sorti del suo autore, che considera un genio del rock alternativo ma di cui non si sa più nulla da 25 anni. Quella di Duncan è un’ossessione che lo ha portato a fondare e gestire il sito dei fan di Tucker Crowe, frequentato da suoi simili che analizzano al microscopio la limitata discografia dell’evanescente cantautore, alla ricerca della verità sulla sua musica e soprattutto sulla sua scomparsa, costruendo fantasiose teorie.Tutto cambia quando arriva a casa un cd, Juliet, naked, demo acustico dell’album di successo che Tucker aveva pubblicato venticinque anni prima. Duncan è esaltato e scrive una recensione entusiasta della versione appena ascoltata. Annie invece reagisce postando la sua feroce stroncatura ma, con sua grande sorpresa, Tucker apprezza la critica e le scrive una mail per ringraziarla. Inizia così un rapporto epistolare che porterà a un incontro che cambierà la vita del musicista e della fidanzata del suo più grande ammiratore. Il regista Jesse Peretz ha affrontato il film con entusiasmo dichiarandosi un fan di Nick Hornby di cui apprezza “i personaggi moderni, pieni di idiosincrasie e costruiti con empatia, una miscela ben calibrata di umorismo e affetto velato”. Ma soprattutto, si legge nelle note di regia, da ex bassista dei punk Lemoheads, band attiva negli anni Ottanta, “il fatto che la storia fosse incentrata su un fandom musicale quasi folle mi ha fatto venire ancora più voglia di vederla trasposta sullo schermo”.Ethan Hawke ha appena ricordato sui social i trent’anni del film che lo ha lanciato, L’attimo fuggente (Dead Poet Society, 1989) pubblicando una foto del cast citando il monito del prof Keating, interpretato da Robin Williams: “Cogli l’attimo. Rendi straordinaria la tua vita”. L’attore ha accettato di interpretare la parte di un rocker alla deriva più vecchio di lui, senza spaventarsi del confronto con le sue foto da giovane che riempiono le pareti della camera che il suo fan ha dedicato a Tucker Crowe. Spiegando la sua scelta, Hawke sottolinea il legame con un suo vecchio film: “Mi ricordo di aver pensato che sarebbe stato davvero buffo se avessi fatto Giovani, carini e disoccupati e poi per venti anni non avessi più fatto film, per tornare infine alla ribalta con questa commedia. Un po’ vorrei averlo fatto, sarebbe stato proprio divertente”.La sfida era anche ascoltare i brani che fanno da filo conduttore e compongono il celebre album di Tucker Crowe, Juliet, ed è lo stesso Ethan Hawke a cantare i brani con Nathan Larson, tra gli autori della colonna sonora. Hawke ha inoltre raccontato di essere lui stesso un fan maniacale di artisti come Willy Nelson, Johnny Cash e tutte le star della musica country che hanno influenzato la sua generazione. Tanto da aver raccontato, da regista, la storia di Blaze Foley, leggenda della musica country texana, nel biopic Blaze.Nick Hornby non ha partecipato al film, se non come autore del libro da cui è tratto, ma ha ritrovato Chris O’Dowd protagonista con Rosamund Pike della serie tv che ha scritto appena andata in onda su Sundance Tv: si intitola State of the union e sono dieci episodi di dieci minuti diretti da Stephen Frears che raccontano gli incontri in un pub di una coppia in crisi prima degli incontri con il consulente matrimoniale. “Ho scelto il momento ‘pre-terapia’ perché era un contesto perfetto per episodi di dieci minuti” ha dichiarato lo scrittore a Variety, “scriverli è stata una gioia”.

Rita Celi, repubblica.it

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