Maurizio Costanzo: “Le infedeltà ormai sono nascoste nei cellulari”

Storie di tradimenti: mariti, mogli e i relativi adulteri al frenetico tempo attuale del whatsapp. «Abolite gli armadi, gli amanti non esistono più!» è la nuova commedia di Maurizio Costanzo che, a dieci anni di distanza, torna a scrivere per il teatro: il 10 marzo all’Off/Off Theater di Roma con la regia di Pino Strabioli. «A quasi cinquant’anni da “Cielo mio marito!”, che scrissi con Marcello Marchesi – spiega l’autore – mi sono reso conto che gli armadi non servono più per nascondere gli amanti, ormai i segreti vengono custoditi nei cellulari. Non esiste più l’amante tradizionale, ma l’amante virtuale, ma occorre essere prudenti: l’armadio ce lo portiamo in tasca. Ho visto persone in una crisi di nervi per un iPhone perduto o dimenticato. Mi sono chiesto il perché».

Che risposta si è dato?
«Il cellulare è uno scrigno dove ognuno nasconde qualcosa, il meglio o il peggio della nostra intimità, magari i messaggini d’amore, la prova della tresca adulterina, e se va in mani sbagliate può causare grossi problemi».

Insomma, il cellulare ha sostituito l’armadio?
«Credo di sì e lo spettacolo cerca di spiegarlo. Nella prima parte, è una sorta di conferenza sul tema del tradimento, in cui si avvicendano storie di “corna” attraverso le epoche. La seconda parte può creare qualche imbarazzo: Strabioli scende in sala e chiede a qualche spettatore o spettatrice di accendere il cellulare per leggerne i messaggi. Divertente assistere alle loro reazioni».

Lei è molto geloso del suo cellulare?
«No, per carità… ho un nokia antidiluviano, dove non c’è possibilità di custodire chissà cosa».

Il tradimento ricorre nelle sue commedie. La sua prima pièce teatrale si intitolava «Il marito adottivo». Perché è così attratto da questo tema?
«Mi deriva dall’amore che ho sempre nutrito per il teatro boulevardier dei Feydeau, dei Labiche, dove le trame ruotano spesso intorno a questo tema».

Ha anche firmato l’originale televisivo «Sposarsi non è facile», è lei si è sposato quattro volte più una convivenza.
«Col quarto matrimonio ho azzeccato la persona giusta».

Ma tutti i precedenti fallimenti sono stati dovuti a tradimenti?
«Non ho mai scoperto adulteri da parte delle mie ex, per mia fortuna, altrimenti sarebbe stato terribile: comunque anche se è successo non ne ho memoria».

Diplomatico.
«No, è che col passare degli anni la memoria diventa labile, e comunque nemmeno io sono stato mai beccato in flagranza di reato. Il motivo per cui sono finiti è stato per colpa mia: non reggevo troppo a lungo una convivenza. Stavolta, con Maria, invece è riuscita bene, stiamo insieme da quasi 25 anni».

Condanna l’adulterio o lo assolve?
«Né l’uno né l’altro. Non si tratta solo di corna, il tradimento consiste nel movimento di cellule amorose, la possibilità di innamorarsi di nuovo è sintomo di fantasia. In certi casi può essere un modo per sentirsi ancora giovani, attiene alla vita, alla capacità di sorprendersi con un sentimento che è ancora capace di accendere qualcosa in un’altra persona. Io sinceramente non potrei immaginare una vita senza Maria, ma non sono cieco e sento che, ancora alla mia età, potrei accendermi se avessi voglia di accendermi. Ma ti accendi se stai al buio. Se invece non stai al buio che ti accendi a fare?».

Tra uomo e donna, chi tradisce di più?
«Secondo me le donne sono più astute, più accorte, più determinate, più pericolose… l’uomo è più farlocco, spara nel mucchio, è quello del‘ndo cojo cojo, e si fa scoprire. La cosa brutta è l’inganno, il sentirsi un imbecille».

Perché dopo dieci anni ha sentito la necessità di riapparire in teatro?
«Perché mi mancava, l’ho avuto dentro sin da ragazzino. Quando mia madre mi scoprì chiuso in bagno a leggere a voce alta una commedia di Goldoni, davanti a un portasapone che fungeva da microfono, deve aver pensato: “questo è matto”».

Emilia Costantini, corriere.it

Torna in alto