Ficarra e Picone: «Dopo la serie comedy crime ci tocca il Quirinale»

Salvo Ficarra e Valentino Picone firmano la loro prima serie tv dal titolo Incastrati (dal 1° gennaio su Netflix). E per la prima volta giocano con il genere crime su cui innestato risvolti da commedia. I due comici e attori siciliani interpretano due amici che si occupano di riparazioni di elettrodomestici. 

Un giorno devono intervenire nella casa di un uomo che trovano riverso senza vita sulla vasca da bagno. Che cosa è accaduto? Chi gli ha sparato? Si ritrovano inaspettatamente invischiati in una faccenda più grande di loro, che si fa sempre più ingarbugliata a causa di Salvo, che vuole cercare di risolvere la questione affidandosi alla sua passione per le serie tv crime, e per il fatto che sono esperti di guai.

«Ci affascinava giocare con un genere che non avevamo ancora toccato con mano e di cui siamo appassionati», racconta Ficarra, «e poi ci piaceva mettere sul tavolo nuove carte». Valentino va matto per Breaking Bad, «anche se non è un crime puro», ci dice. «Con questo genere basta alzare un po’ il tono per entrare nel campo della commedia: quante volte ci siamo messi a ridere quando abbiamo scoperto l’assassino in un film o in una serie?».

Chissà la prossima volta che cosa ci preparerà il duo comico di Nati stanchi. «Tra poco si libererà il posto di Matarella al Quirinale, potrei diventare Presidente della Repubblica», suggerisce ironicamente Ficarra». «E io potrei fare il tuo vice», aggiunge Picone. «Ma non esiste quel ruolo», risponde l’amico che rivela: «Ho un sacco di idee per il Quirinale, potrei trasformarlo in un bed and breakfast con vista meravigliosa su Roma». Cercando di rientrare nei ranghi Valentino prova a rispondere alla domanda che gli abbiamo fatto: «Chissà un giorno potremmo anche sperimentare la fantascienza».

Con questa serie Ficarra e Picone ci fanno ridere partendo dall’autoironia, «ma non vogliamo consolare, non lo abbiamo fatto coi nostri film e non lo facciamo con questa serie», spiegano. Soprattutto quando affrontano un argomento amaro come la mafia. «Lo trattiamo per non far dimenticare, per tenere alta l’attenzione sui giovani che non hanno vissuto direttamente le stragi e la vergogna che hanno provato i siciliani, e per dire che la mafia c’è». 

E su possibili cambiamenti che la pandemia avrebbe portato sono convinti di una cosa: «Speravamo che ci avrebbe cambiato e invece non è accaduto», sostengono, «la pandemia ha semplicemente esasperato le caratteristiche egli esseri umani: chi era intelligente è diventato più intelligente, chi era scemo oggi è più scemo».

VanityFair.it

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