Sandra Bullock: «Ecco perché non sposo Bryan Randall, l’amore della mia vita»

L’attrice, mamma di due figli adottati da single, alle spalle un doloroso divorzio, ha spiegato che pur essendo innamoratissima del fotografo a cui è legata dal 2015 alle nozze non pensa: «Non ho bisogno di un documento di essere una compagna e una madre devota»

Bryan Randall per Sandra Bullock è «l’amore della vita». Però non ha alcuna intenzione di sposarlo. L’attrice cinquantasettenne, madre di due bambini adottati (Louis di 11 anni e Laila di 8), alle spalle un doloroso divorzio (da Jesse James), lo ha spiegato durante una puntata del programma Facebook di Jada Pinkett Smith Red Table Talk: «Sono una persona che ha affrontato un divorzio. Ho trovato l’amore della mia vita. Condividiamo tre bellissimi figli (anche Randall ha una figlia, nata da una precedente relazione, ndr). È la cosa migliore di sempre. Non ho bisogno di un documento di essere una compagna devota, una madre devota. Non ho bisogno che mi si dica di essere sempre presente nei momenti più difficili». 

Sandra e Bryan, ex modello e fotografo, stanno insieme dal 2015. Ma prima dell’odierna felicità l’attrice ha avuto una vita sentimentale agitata. Molti sono i vip che ha frequentato in passato, da Matthew McConaughey a Ryan Gosling, passando per il musicista Bob Schneider. Nel 2005 sposò il costruttore Jesse G. James. Sembrava quello giusto e invece cinque anni dopo la Bullock decise di separarsi perché scoprì (poco dopo aver vinto il suo primo Oscar) che lui la tradiva con una pornodiva. James, qualche anno fa, è tornato a parlare del divorzio dall’attrice e della cosa più dura da superare, la perdita del figlio Louis. Avevano iniziato insieme la procedura per l’adozione, ma poi Sandra, mentre il suo mondo crollava, era andata avanti da sola. Poi nel 2015 aveva fatto il bis, adottando da single un’altra bambina (Laila).

La Bullock, difendendo le mamme single che non sono «mamme a metà», ha sempre sostenuto che una famiglia è composta dall’amore e solo in questo senso può definirsi tradizionale. Vale anche ora che nella sua vita c’è Bryan: per essere «una compagna e una madre devota» non servono pezzi di carta.

Vanityfair.it

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