Serena Rossi: “In Come una bussola canto il Natale anche per chi ha perso i nonni”

Serena Rossi firma con la sua straordinaria voce “Come una bussola”, disponibile su tutte le piattaforme digitali a partire dal 4 dicembre. La canzone, colonna sonora del nuovo corto Disney, è la metafora di questi tempi incerti, senza direzioni, dove la “bussola” è il nostro cuore. L’artista si racconta a Fanpage.it: “Il mio è un messaggio importante, quello di essere famiglia in un Natale particolare”.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Serena-Rossi-1.jpg

“Una famiglia, infinite emozioni”. Una nonna, Lola, e sua nipote, il loro legame e il loro rituale natalizio è al centro del nuovo corto di Natale Disney, in rotazione su Rai YoYo e Rai Gulp, ora su tutti i canali e sui social Disney, che sta facendo commuovere grandi e piccini. Serena Rossi firma con la sua straordinaria voce la canzone “Come una bussola”, disponibile su tutte le piattaforme digitali a partire dal 4 dicembre.

Una canzone toccante, metafora di questi tempi incerti, senza direzioni, dove la “bussola” è il nostro cuore. L’artista ha raccontato a Fanpage.it il progetto, che ha finalità benefiche attraverso il peluche vintage di Topolino e il sodalizio con Make A Wish, l’organizzazione che si occupa di aiutare i bambini affetti da gravi patologie: “Sarà un Natale particolare, bisogna stare insieme e prendersi cura degli altri”. 

“Come una bussola” è il brano che accompagna il nuovo corto natalizio Disney. Come ti sei avvicinata a questo progetto?

Quando mi hanno proposto questo corto ero sul set a Napoli per una fiction. È un corto emozionante, è tutto cuore. Quando me l’hanno fatto vedere per la prima volta non ti dico le lacrime, i pianti di gioia che ho fatto. E quelle lacrime mi hanno fatto capire che il mio era un sì. Mi ha fatto felice partecipare perché mi ha dato la possibilità di essere la portavoce di un messaggio importante, quello di essere famiglia in un Natale particolare, dell’importanza di stare insieme, di prendersi cura degli altri. Un cortometraggio che parla di una nonna e del rapporto con sua nipote. Questi nonni che sono stati duramente colpiti da questo maledetto Covid. Io penso sempre, quando leggo le notizie, a quanti nipoti questo Natale resteranno senza nonni. Loro sono la memoria storica di una famiglia e di un’epoca.

Anche la canzone è un colpo al cuore. 

La canzone ha un testo meraviglioso. Ci dice che anche quando non sai quale strada prendere e non sai dove andare, se tu segui il tuo cuore che appunto è come una bussola, la bussola vera dentro ognuno di noi, il cuore ti indicherà la strada giusta da prendere. Una metafora stupenda.

Frozen, il ritorno di Mary Poppins, fino a oggi: tra Serena Rossi e Disney è una grande storia d’amore. 

Ho questo privilegio di essere entrata in Disney grazie a Frozen e da lì abbiamo fatto tante cose. Ma era già una storia d’amore prima che ci lavorassi. Guardavo i film da bambina, li ho divorati con la mia famiglia, con mia sorella che si è laureata proprio con una tesi sui classici Disney. Ora li guardo con gli occhi della mamma insieme a mio figlio perché ci sono mille chiavi di lettura sempre diverse. I film Disney sono per sempre, i classici come i più recenti. Io sono cresciuta con Cenerentola e Biancaneve, se penso che Frozen, che ha la mia voce, sarà il classico delle generazioni che verranno mi sento parte di qualcosa di eterno. È una responsabilità ancora più grande e per questo è un lavoro che va fatto con grande impegno, con professionalità, con cuore, con tutto.

Mi rendo conto che siamo in un tempo in cui non si può programmare nulla, ma come passerai il Natale o quantomeno come ti auguri di trascorrerlo?

Sono molto legata alle tradizioni natalizie. Il 24 dicembre sono sempre stata a Napoli, faccio il presepe con i pastori di mia nonna insieme alla mia famiglia con i cugini, i miei zii, tutti. Pensa che sono pastori che hanno più di sessant’anni. Ci riuniamo tutti lì e facciamo la processione con le candele, cantiamo “Tu scendi dalle stalle” e a turno, ogni anno, c’è chi porta il bambinello nella mangiatoia. Quest’anno purtroppo non sarò a Napoli, ma farò un Natale romano. Ci sentiremo in videochiamata, sarà doloroso ma ho la fortuna di avere i miei suoceri vicino, mio marito Davide e il piccolo Dieghino a casa.

Dieghino…tuo figlio si chiama Diego. Come Maradona?

Diego, sì. Capisci? Volevamo un nome che iniziasse con la D e che appartenesse alla mia città. E quindi Diego. Sabato sera ho letto i messaggi per “AD10s Diego” (lo speciale dedicato al campione argentino su Rai1, ndr) ed è stato un lutto che ho metabolizzato dopo giorni e giorni.

Come l’hai superata?

Domenica ho messo Pino Daniele a tutto volume, abbiamo raccontato a nostro figlio chi era Diego Armando Maradona, gli abbiamo fatto vedere le foto, i video dei gol in campo. E, alla fine, ho concluso facendo un ragù terapeutico, ti dico solo questo. Avevo voglia di sentirmi a casa.

Ogni anno gira la voce di una tua presenza al Festival di Sanremo come protagonista e non soltanto come ospite. Questo è l’anno giusto?

Non lo so, quando e se arriverà quest’occasione. Io sto qua. Tanto il Festival si fa tutti gli anni e direi che ho ancora qualche chance. Quest’anno no, però.

E sul futuro?

A parte Mina Settembre e Diabolik, ho due progetti che riguardano l’intrattenimento di RaiUno e poi un’altra serie sempre per RaiUno ma non posso dire di più, ma solo perché non ho firmato ancora i contratti. Però ci sono nuove sfide all’orizzonte, difficili ma che non vedo l’ora di affrontare.

Beh, allora in bocca al lupo…

Io vi guardo tantissimo e vi leggo tantissimo, quindi ricambio e poi che non puoi sapere che gioia sapere che siete un giornale nato a Napoli. Siete un orgoglio.

Gennaro Marco Duello, Music.fanpage.it

Torna in alto