Ecco “Fossora”, decimo album in studio di Björk, pioniera e futurista. L’INTERVISTA

Scavare. Nel linguaggio, nella fragilità dell’amore, nel tempo. Scavare per raccontare sé stessa, attraverso il linguaggio della musica, di cui Björk è pioniera. Ecco “Fossora”, decimo album della cantautrice islandese, che letteralmente significa “lei che scava”. Tredici brani riassunti in un neologismo che descrive le emozioni vissute dall’artista negli ultimi anni. Abbiamo parlato con Björk al telefono, ecco il suo racconto di questa sua ultima creazione

L’arte di saper ascoltare il futuro. Björk, artista visionaria e futuristica, osserva il presente, lo fa proprio e lo arricchisce, trasformandolo in futuro. Scopre e sperimenta, creando sonorità conformi proprio alla sua idea di musica, che deve essere una continua ricerca e sperimentazione. Ed è quello che fa anche in Fossora, suo decimo album in studio, in cui – anche grazie alla collaborazione di Gabber Modus Operandi – spazia dal punk all’elettronica, dall’hardcore per arrivare al noise.

“CREARE UN MONDO SONORO IN CUI MI RACCONTO”

“La conclusione a cui sono arrivata è: creare un mondo sonoro veritiero, in cui posso dimostrare l’autenticità delle mie radici, ovvero ciò che sono. In Fossora ho fatto proprio questo. Il fatto che io abbia impiegato cinque anni per realizzare questo album mi ha dato più agio anche per sviluppare ogni canzone, ogni arrangiamento più a lungo e non forzare nulla”, ci ha detto in un’intervista telefonica. Con lei abbiamo parlato di questo nuovo album, arrivato cinque anni dopo Utopia e scritto durante la pandemia. Ma anche della scelta di includere i figli in questo progetto, di mettersi a nudo con i sentimenti. E della sua identità musicale, così ben definita ma allo stesso tempo in evoluzione. Björk, se ci pensiamo, potrebbe essere un genere musicale.

FOSSORA FA CAPIRE CHE TUTTO CIÒ DI CUI ABBIAMO BISOGNO È PROPRIO ACCANTO A NOI

Lei ha scritto: “Ogni album inizia sempre con una sensazione che cerco di trasformare in suono”. Ci racconti qualcosa in più su questo album, e come è stato lavorarci…

Il mio ultimo album Utopia è stato un album molto maturo. L’ho sempre definito come una creazione realizzata tra le nuvole, con elementi come flauti e sintetizzatori che creano suoni senza gravità o attesa. Con Fossora ho voluto tornare con i piedi per terrà, sentire la forza di gravità. Diciamo che possiamo dire che Utopia è stato un periodo di idee, ma Fossora è un album di esecuzione, concreto. È accaduto tutto nei tempi perfetti, durante la pandemia, quando siamo rimasti bloccati a casa per anni, nei nostri quartieri, e tornare alle proprie radici non è mai stato così forte. Come del resto uscire con gli amici, la famiglia e vivere al meglio il proprio Paese, le abitudini e così via. Quindi sì, questo album parla proprio del piacere di restare a casa, l’amore e il rendersi conto che tutto ciò di cui hai bisogno è proprio accanto a te.

“IMPORTANTE ESSERE SINCERI”

Ha creato anche il titolo dell’album: Fossora significa “lei che scava”. Quanto è importante per lei, musicista e artista, continuare a scavare nella musica e in nuove atmosfere per sperimentare e creare?

Penso che, come cantante e cantautrice, sia importante essere sinceri su ciò che si sta vivendo e affrontando. La vita va avanti con tutti i cambiamenti, che ti piaccia o no. Puoi provare a controllarli, ma non è quasi mai possibile. Penso che come cantautrice sia importante leggere tutti i cambiamenti intorno a me e, ovviamente, è fondamentale essere coerenti con le proprie idee.

UNA LETTERA ALLA MADRE, LE VOCI DEI FIGLI: LE PARTICOLARITÀ DI FOSSORA

Fossora ha delle tenere canzoni scritte per sua madre, una poesia della pescatrice e vagabonda del 18° secolo Látra-Björg, la voce burrosa di Serpentwithfeet e cori di Sindri, suo figlio e Doa, sua figlia. Com’è stata l’esperienza di lavorare tutti insieme? 

Negli ultimi tre anni sono restata in Islanda: il fatto di avere tutte le persone a me care tutte accanto a me è stato qualcosa di bellissimo. Penso che la mia famiglia non sia mai stata così unita. Mi è piaciuto molto ed è stato molto naturale includere quelle persone, compresi i miei figli, nell’album. Ho anche lavorato con Serpentwithfeet, uno dei miei migliori amici di New York, con cui avevamo lavorato a Utopia. Quindi abbiamo avuto qualche connessione recente. Emilie Nicolas è un’artista che ho ascoltato molto di recente ed è stato molto naturale chiederle di collaborare. Kas è un produttore techno indonesiano che ho ascoltato a lungo, e a cui ho chiesto una collaborazione. In questo album, nel complesso, ci sono meno ospiti rispetto ai miei precedenti dischi. Io volevo solo stare a casa, con i miei amici e la mia famiglia

ASCOLTARE E VALORIZZARE TUTTI I SUONI

Al giorno d’oggi, siamo così tanto circondati da così tanti suoni diversi. Quanto è importante mantenere la sua identità di musicista?

La conclusione a cui sono arrivata è stata cercare di creare un mondo sonoro veritiero, in cui rendere le mie radici autentiche, ovvero raccontare ciò che sono. In Fossora ho fatto proprio questo. Il fatto che io abbia impiegato cinque anni per realizzare questo album mi ha dato più agio anche per sviluppare ogni canzone, ogni arrangiamento più a lungo e non forzare nulla. E poi ascoltare tutto ciò che ci circonda è fondamentale. Per esempio: mi piace vivere in un posto come Reykjavik, in Islanda, dove si vive nella natura, io abito sulla spiaggia, si sentono i suoni del vento, della natura. Ma ci sono anche i suoni delle città. Ecco, da musicista folk del 21mo secolo, credo sia doveroso valorizzare anche questi suoni.

TRACKLIST

Atopos

Ovule

Mycelia

Sorrowful Soil

Ancestress

Fagurt Er í Fjörðum

Victimhood

Allow

Fungal City

Trölla-Gabba

Freefall

Fossora

Her Mother’s House


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