Sonia Bruganelli: «Io e Bonolis? In case separate. Ho iniziato da fotomodella e volevo essere Sally Spectra»

Chi ha accompagnato Davide a Trieste?
«Alla presentazione della squadra c’eravamo io e la nonna».

Che effetto le ha fatto?
«Ero molto felice, è una cosa che lui ha sempre desiderato. E poi ho pensato a mio padre, Massimo, ex calciatore e allenatore dei portieri della Lazio. Fin da quando Davide aveva un anno è stato lui a seguirlo nel calcio. Trieste è l’ultima città che ha visto, due giorni prima di morire: non riesco a non vederci un collegamento».

Quando ha realizzato il distacco da Davide?
«Quando è partito per il ritiro, il 2 agosto. Lì ho pianto. Nel borsone strapieno gli avevo infilato un barattolo di Nutella: in volo è scoppiato e gli ha sporcato tutto. Dopo tre giorni di videochiamate mi ha detto: “Mamma dai, basta”».

Avrà scritto Bonolis sulla maglia?
«Certo, è il suo cognome. Anche se a me dà molto fastidio quando gli danno del raccomandato. Ma cosa c’entra? Se il figlio di un personaggio pubblico lavora, è grazie al padre; se non lavora, è un mantenuto. È contro ogni logica…». 

Aperitivo al Ponte Milvio. Siamo partite dal secondogenito diciottenne appena arruolato nella Primavera della Triestina Calcio: Davide è nato dopo Silvia, 19 anni, e prima di Adele, 14, i tre figli che Sonia Bruganelli ha con Paolo Bonolis. Di lei si sa poco, a parte l’ovvio: è la moglie di P. (da 20 anni), ha un talento naturale per scatenare invidia social e la diabolica inclinazione a perseverare (da poco ha raccontato di avere sei conti correnti). Invece oltre al marito c’è (molto) di più, come scopriremo davanti a un bicchiere di Champagne Rosé.

Parliamo dei suoi genitori.
«Mio padre lavorava come ispettore della Banca d’Italia, ma la sua passione era il calcio. Al funerale sono venuti tanti ex giocatori della Lazio in divisa. Però ricordo ancora certi suoi racconti dei lingotti d’oro che trovava nei caveau».

Sua madre?
«Mamma Giulia era casalinga, ma ha sempre avuto un animo rock. È una che ha indossato la minigonna appena fu commercializzata. Oggi è amministratrice della mia società».

Dove lavora anche suo fratello.
«Sì, Marco, ha tre anni meno di me. È buono, ha pazienza: il mio opposto».

Da bambina cosa sognava di fare da grande?
«Questo! Ma non sapevo che si chiamasse imprenditrice. Sono cresciuta guardando Beautiful e il mio modello era Sally Spectra, non certo Brooke. Sognavo di diventare dirigente».

Il primo lavoro?
«Fotomodella. Una volta fui scelta per il cartellone delle cucine Gatto: è lì che Claudio Noto mi ha truccata la prima volta, lo fa ancora oggi».

Fotoromanzi, hostess per la Tim, televendite: tra queste, quella a Tira & Molla, dove conobbe Bonolis. Aveva 23 anni e stava per laurearsi in Scienze della comunicazione.
«Dopo che ci siamo fidanzati guarda caso mi hanno proposto di lavorare ad Aspettando Beautiful, con tanta visibilità. Dissi di no, preferivo fare la gavetta dietro le quinte. Paolo mi fece entrare nella redazione diCiao Darwin, dove feci per moltissimo tempo fotocopie, caffè, griglie: Federico Moccia mi faceva sempre piangere».

Possibile?
«Ma sì, le griglie non gli andavano mai bene e non mi spiegava perché. Anni dopo mi ha detto che voleva un po’ di spazio dopo ogni riga di testo per aggiungere le sue note… Ma lo ringrazio. Se oggi ho la capacità di dirigere un’azienda è perché ho cominciato così».

Chi le piaceva da ragazza?
«Sebino Nela, che poi ho intervistato da adulta nel mio programma I libri di Sonia, Johnny Dorelli che vedevo a teatro, e John Taylor dei Duran Duran».

Nel 2005 ha aperto la società di scouting con Lucio Presta: Sdl 2005.
«E con la mia ginecologa Daniela Gaetano, che conobbi a Domenica inquando Paolo mi affidò lo spazio della maternità: gli avevo proposto di seguire una gravidanza fino al parto. Gli autori rosicavano e ci spostavano continuamente l’orario, per depotenziarci. Me li ricordo tutti, infatti aCiao Darwinnon ci sono più (ride, ndr). Il nostro competitor era Buona Domenica di Maurizio Costanzo. Lui lasciava la chiusura a Maria De Filippi con Uomini e Donne, ai tempi di Alessandra e Costantino. All’ultima puntata Cesare Lanza decise di mettergli contro noi, con il parto: loro fecero il 26 per cento di share, noi il 28».

E la società allora come nacque?
«Dopo quell’esperienza, con Daniela pensammo di raccontare altre storie e chiesi a Lucio di aiutarci: mi ha insegnato lui a fare i preventivi. Il primo lavoro fu scegliere il pubblico perLa talpa. Oggi la società è mia, di mio fratello e di Paolo. Sono socio di maggioranza e curo la parte creativa. Diamo lavoro a una quindicina di persone, il triplo durante le produzioni: ci stiamo occupando del programma di Chiambretti,La carica dei 100 e 1, e di Avanti un altro!».

Come opinionista esordisce a «La fattoria» di Paola Perego. Era il 2009.
«Una delle cose più brutte che ho fatto, non ero pronta. Ero conosciuta solo come la moglie di Bonolis che aveva appena fatto il secondo Sanremo. Non ero credibile e non ero creduta. Tra i concorrenti c’erano personaggi intoccabili: avevo troppi paletti ed ero troppo giovane».

Tutt’altra musica al Grande Fratello Vip, dove ha litigato con il conduttore, Alfonso Signorini.
«Mi aveva tolto la parola di malo modo. Quel litigio ci ha avvicinato. Ho scoperto una persona simile a me: ha una fragilità nascosta dall’essere eccentrico, sembra spietato, ma è un tenerone».

Aveva detto che non l’avrebbe mai rifatto. Invece dal 19 settembre la rivedremo su Canale 5.
«Ora è diverso. Sarò con Orietta Berti: l’ammiro e la stimo, non si prende sul serio, come me».

Ha raccontato che la proposta è arrivata in un momento per lei difficile.
«I ragazzi che diventano grandi, le dinamiche di coppia che cambiano, il famoso nido vuoto… Avevo bisogno di leggerezza: al Grande Fratello Vip devo solo farmi truccare e guardare in vasca il Day Time prima della puntata».

E lei si riguarda?
«Pochissimo. Penso ancora che quello non sia il mio lavoro. Quando torno a casa e Paolo commenta lo fermo subito».

I suoi figli la guardano?
«Silvia è sintonizzata h24. Del resto quando la allattavo guardavamo il GF di Taricone».

Come sta, Silvia?
«Sta bene. Ha 19 anni, è leggera. Ha frequentato il liceo fino al terzo anno, l’ho ritirata durante il Covid per l’ansia che si ammalasse, visti i suoi problemi cardiaci. Ma per le sue potenzialità deve soprattutto imparare a essere autosufficiente. Fa ippoterapia, musica, atletica».

Lavorerà in azienda?
«Sta imparando a fare le fotocopie, i numeri di telefono, a scattare le foto da pinzare nelle schede dei candidati. Quando sarà pronta farà la segretaria: dalla gavetta, come la mamma».

Quale delle cose fatte l’ha emozionata di più?
«Il primo anno a Ciao Darwin, per la contesa “Alti contro bassi”, mi ero occupata della selezione dei bassi. Quando è partita la sigla e li ho visti scendere tutti, è stato bellissimo: ce l’avevo fatta! Poi la gravidanza a Domenica in. Oggi mi emoziona vedere la mia squadra unita, anche fuori dal lavoro».

Il libro più bello che ha letto d’estate?
«Me lo ha consigliato Roberto Cotroneo: Il senso di una fine, di Julian Barnes».

Il più bello di sempre?
«Una vita come tante, di Hanya Yanagihara».

Davvero a 3 anni ha chiesto in dono un libro?
«No, a tre anni ho chiesto a mia madre di insegnarmi a leggere: lei mi raccontava le favole, ma andava subito al sodo e io capivo che mi stavo perdendo qualcosa. Ho imparato sui libri di Walt Disney. A tre anni e mezzo leggevo i giornali in spiaggia con mio zio».

Chi dei suoi figli ha ereditato la passione?
«Adele, la terza: ha imparato a leggere da sola. Ha appena pubblicato un romanzo a puntate sul giornalino di classe della sua scuola, il Tacito».

La inviterà a «I libri di Sonia»?
«Me lo chiede sempre anche lei. E le rispondo: ma certo amore! La prossima edizione del programma stiamo pensando di trasmetterla sulla SdlTv, dove ci seguono 700 mila persone».

Che effetto fa una quasi-santa in famiglia? 
«Adele Bonolis, la prozia di Paolo? A me nessuno. Lui ci tiene, infatti ha voluto dare il suo nome a nostra figlia. Io sono una credente di quelle terribili: prego solo quando ho bisogno. Però parlo con le persone che non ci sono più».

Allora perché si è fatta tatuare Padre Pio? 
«Silvia doveva fare un intervento delicato e la notte prima l’ho sognato. Mi sono ripromessa che se l’intervento fosse andato bene mi sarei tatuata il volto. Ce l’ho sull’avambraccio». 

Gli hater le chiedono mai di togliersi il porro?
«Ammazza, sempre! Comunque me lo leverò, ma solo perché mi appesantisce la bocca e il mio truccatore non riesce ad allargarla».

Che rapporti ha con i primi due figli di suo marito, Stefano e Martina?
«All’inizio ero gelosissima del suo passato. Oggi abbiamo un ottimo rapporto. Martina ha creato una chat dove siamo solo io lei e il padre. Se vogliono chiedere qualcosa a Paolo ne parlano prima con me, per avere il mio supporto».

Non le ho chiesto quasi niente di suo marito.
«Deve proprio?».

Beh, intanto: con i figli chi fa il poliziotto buono e chi quello cattivo?
«Quando erano piccoli io ero quello cattivo, adesso i ruoli sono invertiti e meno male».

Dormite insieme o in camere separate?
«Dormire in camere separate è un segno di civiltà! Comunque noi adesso andiamo oltre: sto sistemando la mia nuova casa, dove mi trasferirò da sola con Adele. Silvia resta con lui».

Scusi, ma state ancora insieme?
«Certo! Ma in palazzi diversi, comunicanti da una doppia porta sul terrazzo. È il segreto per restare insieme tutta la vita».

di Elvira Serra  Corriere Della Sera 

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