«The Handmaid’s Tale 3»: è il momento della Resistenza

Al via il 5 giugno su Hulu in America e il 6 su TimVision in Italia la terza stagione ispirata al capolavoro di Margaret Atwood. E, a giudicare dalle prime immagini, i colpi di scena non mancheranno di certo

«Eresia. Per questo vieni punito. Non per far parte della Resistenza. Perché ufficialmente la Resistenza non esiste». Le parole di Difred/June risuonano nel primo trailer della terza stagione di The Handmaid’s Tale con una eco roboante, che fa capire che ancora una volta le ancelle non resteranno lì a guardare. È tempo di restaurazione a Gilead, è tempo di ribellarsi allo strapotere dei comandanti e delle zie e di far sì che le cose cambino. Lo scopriremo a partire dal 5 giugno, quando la serie debutterà sulla piattaforma Hulu in America e in Italia su TimVision (l’appuntamento è fissato per il giorno dopo, il 6).

A giudicare dalle prime immagini sarà una stagione di scontri armati, di lotta per la sopravvivenza ma, ancora di più, di una guerra contro il sistema corrotto e malato degli uomini che schiavizzano le donne, che gettano da una parte all’altra come una bambola di pezza, buone solo fino a quando riescono a regalare un erede maschio. Le persone fuggono, ci dice Difred. E sarà lei stessa a cercare alleati fra gli uomini di potere, gli unici in grado di fare la differenza. Ritroveremo un po’ tutti in questi nuovi tredici episodi. Da Nick, con cui June sembra conservare ancora un profondo affetto, a Emily ormai in salvo. Da Serena, fredda e imperturbabile, a Diglen, distrutta e senza forze.

Come sappiamo, le vicende narrate a partire dalla seconda stagione si allontanano dal romanzo originale di Margaret Atwood che aveva ispirato la prima tornata di episodi. La direzione degli sceneggiatori è, tuttavia, la vittoria delle ancelle, la rivalsa della donna schiacciata e umiliata che, finalmente, può riabbracciare la libertà ed essere sé stessa. «Benedetta sia la lotta», è l’invito di Difred e delle compagne di fronte alle angherie e alle prepotenze subite e chissà che, questa volta, la rivolta si traduca in un vero e proprio smantellamento della società in cui sono costrette a muoversi.

Mario Manca, Vanity Fair

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