Ryan Fischer, il dogsitter dopo l’agguato in cui ha rischiato di morire mentre si occupava dei cani di Lady Gaga

Un lunghissimo messaggio, indirizzato a “tutti i miei amici, alla famiglia che ha pianto con me e magari hanno persino riso a una o due delle mie battute morbose”, sotto all’ultima foto, postata poche ore fa, che lo ritrae nel letto di ospedale dove è ricoverato da quattro giorni: così Ryan Fischer, collaboratore e amico di Lady Gaga e dogsitter quotidianamente alle prese con i due bulldog della cantante, saluta i suoi “supporter” dopo essere stato vittima di un agguato potenzialmente mortale lo scorso 24 aprile. Il custode degli cani, chiamati Koji, Gustav e Asia, stava facendo passeggiare gli animali a Hollywood quando è stato accostato da una berlina bianca dalla quale sono fuoriusciti due uomini che gli hanno esploso sul petto quattro proiettili, prima di rapire due dei tre quadrupedi, già riportati alla padrona che in quel momento si trovata a Roma per girare il film su Gucci. Fischer, con grande coraggio, ha tentato di proteggere i cagnolini lottando con i malviventi, scena catturata da una telecamera presente sulla scena che ha fortemente impressionato Lady Gaga, che ha definito il giovane “un eroe per sempre”.

“Sono ancora ricoverato, dopo una chiamata molto vicina da parte della morte”, scrive Fischer, “e mi sono trattenuto, più o meno fino a ora, dal raccontare quanto successo mentre la storia montava nei media. Ne scriverò più in là ma la gratitudine per tutto l’amore che ho sentito da ogni parte di questo pianeta è immenso e intenso”, scrive il dogsitter.

Poi, ringrazia coloro che letteralmente gli hanno salvato la vita: medici, infermieri e, poi, Lady Gaga: “I tuoi bambini!, scrive, “sono tornati e la famiglia è al completo… ce l’abbiamo fatta! Hai dimostrato così tanto supporto in questa crisi, sia nei miei confronti che nei confronti dei miei cari. Ma il tuo supporto in quanto amica, nonostante la traumatica sparizione dei tuoi bimbi, è stato incrollabile. Ti voglio bene e ti ringrazio”.

Conclude, senza aver perso l’ ironia: “E ora? Il processo di guarigione sarà lungo ma guardo al futuro e al momento in cui verrò bombardato con i bacini e le leccatine (e forse una ‘pisciatina’ per l’emozione?) da parte di Asia, Koji, and Gustav.

Repubblica.it

Exit mobile version