Calcio e diritti tv. Adesso ci sono nuovi criteri di ripartizione

Arrivano i nuovi criteri per la ripartizione fra le squadre di Serie A dei ricavi dai diritti televisivi del calcio. Ieri il ministro per lo sport Luca Lotti, insieme con il presidente del consiglio, ha firmato il decreto attuativo della legge Melandri in materia che stabilisce tre principi per la suddivisione: la quota da dividere in parti uguali salirà dal 40 al 50% del totale dei ricavi; il 30% sarà attribuito poi sulla base dei risultati sportivi conseguiti e il restante 20% sulla base del «radicamento sociale».

Per ciascuno di questi criteri, poi, il testo specifica ulteriormente come debba essere fatta l’attribuzione. In particolare per quanto riguarda il «radicamento sociale», si terranno in considerazione gli spettatori paganti allo stadio casalingo negli ultimi tre campionati (per il 12%) e l’audience televisiva certificata da Auditel (8%).

Il risultato, secondo le simulazioni che sono già circolate, è che ci sarà una redistribuzione dei ricavi dai diritti a favore delle squadre minori che così avranno più introiti. Per club come la Juve, ci sarà un ridimensionamento ma non eccessivo (si parla di 10-15 milioni). L’obiettivo sarebbe quello di rendere il campionato più competitivo grazie a risorse che potrebbero aiutare le squadre minori, oltre a invogliare i club a investire sugli stadi per incrementare il pubblico.

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